Ancora un dramma nel mondo dello sport. Il capitano della nazionale di rugby femminile del Kenya, Aberdeen Shikoyi, è morta sabato a causa delle gravi lesioni riportate il 21 aprile scorso in uno scontro di gioco. Il 21 aprile scorso contro lUganda a Kampala, nella finale di andata della Elgon Cup, la 27enne giocatrice si era fratturata la colonna vertebrale scontrandosi contro unavversaria. Dopo lincidente la Shikoyi era stata trasportata allospedale della capitale ugandese su ununità speciale, da dove in seguito è stata poi trasferita a Nairobi. «È stato uno sciagurato incidente, non è colpa di nessuno» ha detto un portavoce della Federazione keniana, Michael Kwambo, che ha aggiunto che i funerali si svolgeranno sabato; anche la Federazione parteciperà alle esequie.
Un incidente estremamente raro nel rugby, come sottolinea Annalisa Di Cesare, da dieci anni medico della nazionale femminile italiana. «Non è il primo caso nellambito del rugby in generale, mentre nel rugby femminile italiano non cè mai stato un caso simile - spiega lesperta -. Gli scontri di gioco possono provocare lesioni del midollo, soprattutto ai danni delle vertebre più in alto, specie negli atleti che partecipano alla mischia. Tutte le squadre cercano di minimizzare il rischio soprattutto rinforzando i muscoli nellarea, in modo da creare una corazza che protegga il collo, ma lincidente tragico è sempre in agguato».
Lultimo caso di rugbista rimasto ucciso da uno scontro di gioco è quello di Halley Appleby che militava nella squadra australiana del Brisbane e che è morto lo scorso luglio.
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