E vai di Superlega. Immaginare un Barcellona fuori dalla Liga sa di ipotetica catastrofe. Solo ipotetica, perché sarebbe un dramma per i tifosi del Real, non certo per l'Uefa, tv al seguito e mondo tutto. Domenica ci sono le regionali e il presidente della federazione calcistica spagnola, Javier Tebas, ha avvertito che in caso di raggiunta indipendenza catalana i blaugrana non potrebbero più giocare in Spagna. Una manciata di minuti e il sito di Marca si riempie d'ironia. C'è chi si augura di andare a giocare la Premier con i Manchester. E c'è chi, più realisticamente, preferisce agevolare la pratica Superlega. Quella che piace tanto a Galliani. Oddio, nulla di imminente, per il minacciato referendum ci vorrà un anno e mezzo, ma è dall'abolizione della (molto spagnola) corrida che la Catalogna prepara il fugone. Oltre al pallone, per la polisportiva del Barcellona significherebbe rinunciare anche ai campionati di basket e pallamano. Inoltre anche altre squadre catalane, tipo l'Espanyol, finirebbero fuori dalla Liga.
La replica del presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu è da perfetto gnorri. E assicura che il club resterà neutrale sulle rivendicazioni di indipendenza della Catalogna. «Ma quale indipendenza, il Barcellona ha sempre parlato di sport, capisco che i politici debbano fare campagna elettorale, ma il Barcellona resta sportivamente neutrale».
Sportivamente. Però tra i giocatori blaugrana (molti dei quali sono catalani) le posizioni sono chiare. Gerard Piquè, ad esempio, auspica il referendum sull'indipendenza. Qualche fischio in nazionale è un rischio calcolato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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