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Berrettini ritrovato nel derby dei 3 giorni

Matteo batte Sonego nella sfida infinita che diventa elogio dell'amicizia

Berrettini ritrovato nel derby dei 3 giorni

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Non sono stati i tre giorni più famosi di Wimbledon, quelli del famoso 70-68 al quinto set di Isner-Mahut che campeggia su una targa al campo 18. Ma sono stati sicuramente i tre giorni più belli del tennis italiano a Londra, perché è stata una bella partita, perché ha rinsaldato un'amicizia perfetta e perché - diciamolo - ha vinto Berrettini. Lo ha detto anche Lorenzo Sonego, uscito dal campo battuto in 4 set (6-7, 6-3, 7-6, 6-3) ma come al solito vincitore nello stile: «Sono contento che vada avanti Matteo, se lo è meritato. Certo, la partita in tre giorni lo ha aiutato a ritrovare il suo gioco, però è stato comunque migliore di me».

Si può essere insomma avversari senza essere nemici, anzi. E la vittoria di Berrettini fa ritrovare un campione quando sembrava perso. Il suo anno di guai fisici consigliava prudenza, ma i giocatori di livello sanno sempre sorprendere e sopraffare anche critiche e consigli. E sapendo che con De Minaur, al secondo turno, sarà comunque difficile, Matteo si è guadagnato il diritto alle scuse: «Sono felice per me e dispiaciuto per lui: Lorenzo è una persona speciale, mi scrive sempre, mi chiama e specialmente quando sono stato male ha sempre dimostrato amicizia. I tre giorni forse mi hanno favorito, ma chissà: mi sentivo bene anche ieri e poi quando ti fermi tornano i dolori e devi ricominciare tutto da capo. Ora posso fare meglio: giocare dopo tanto tempo è come fare un esame all'università sapendo di non aver studiato. E poi mi distraevo sempre sentivo il pubblico, il match a fianco di Tsitsipas, pensavo troppo... Con il mio coach ci siamo detti che devo accettare quel che sono ora: il match con Lorenzo a Stoccarda è stato il punto più basso, non mi godevo più la mia carriera, è stata dura ma ora sono felice. Io a 18 anni sono andato via da Wimbledon dicendomi chissà se ci tornerò mai più: ogni tanto fa bene ricordarsi da dove siamo partiti. Ho fatto un passaggio indietro per poi ritornare avanti, e adesso devo dire che mentalmente sto meglio».

Ritrovato Berrettini (che sarà di nuovo in campo oggi), Wimbledon è dunque ancora molto italiano. Perché intanto oltre a Sinner, anche Musetti (che ha asfaltato Munar in tre set) e la Cocciaretto (6-2, 6-1 alla Masarova) hanno raggiunto il terzo turno, il che vuol dire che il periodo un po' azzurro tenebra sembra alle spalle. Soprattutto quel che conta è come i nostri sono andati avanti, puntando diritto verso Djokovic: Musetti, per esempio, potrebbe trovarserlo dall'altra parte della rete agli ottavi se saprà continuare il torneo che qualcuno fin qui ha definito «alla Federer». Incontrerà Hurkacz e il premio è appunto Novak, atteso dalla sfida nostalgia con Wawrinka. E in ogni caso, come ha detto ieri, «certe vittorie fanno bene alla testa e al cuore».

Sicuramente pure al nostro tennis.

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