E' davvero un peccato non ci siano anche Donnarumma e Verratti. E immaginarsi Belotti far coppia con Neymar? Che ne dite? Quest'anno il clan dei fuggitivi potrebbe comporre una squadra da primato, fors'anche da successo in Champions. Estate da grandi fughe, seppur qualcuno abbia tirato indietro il piede, che in gergo calcistico non è mai un bel dire e vedere. Stavolta, invece, va inteso nel senso positivo. C'è chi fugge e chi ci ha pensato e rinunciato: per volontà propria ben remunerata (Donnarumma), per volontà altrui (Verratti) o per una sorta di riconoscente indecisione verso squadra e datore di lavoro (Belotti con Cairo).
Finora si è visto molto Brasile carnaval nelle decisioni dei giocatori. Neymar che fa esplodere il mercato, perché papà ha pensato che la famiglia deve essere arricchita per le prossime dieci generazioni, e racconta di «una scelta di cuore». Oscar alla faccia di bronzo, sperando per lui che anche il piede non diventi di bronzo. Ma pure Dani Alves non ha fatto mancare il beau geste del me ne vado. Anzi sbattendo le porte nel salutare frettolosamente la compagnia bianconera. Vero, a casa Juve è stato tutto uno sbattere di portoni e porticine: Bonucci non si è fatto pregare per raccogliere l'invito del Milan e il portiere Neto, brasiliano, ha capito che non avrebbe giocato per un altro anno. Infiliamo nella ballata del me ne vado l'ira funesta di Diego Costa, pronto a voltar le spalle al Chelsea che, forse, gliele ha voltate prima. Se poi arriverà in Italia, meglio per il Milan.
Ecco, colpisce che siano i giocatori a prendere l'iniziativa con decisione non sempre ammirata in queste ultime annate. Anche Perisic vorrebbe lasciare l'Inter, ma dovrebbe trovare un acquirente da 35 milioni. Non sempre si può vincere, senza pagare dazio. E Kalinic ha fatto di tutto per conciliare la sua voglia di fuga con le voglie rossonere. Per ora è ancora in stand by, ma i bagagli sono pronti. Passare un altro anno a Firenze sarebbe una sconfortante realtà. C'è da capirlo: Borja Valero, Bernardeschi e Vecino hanno coronato il sogno, lui, così dotato nel far gol, invece rischia di tornare.
Comunque la nazionale dei fuggitivi è già ben dotata. Conti ha voluto fortissimamente il Milan, assolutamente ricambiato. De Sciglio rischia di essere il più debole del club, dopo aver carezzato a lungo il trasferimento a Torino: scelta di cuore (questa più credibile) per dimenticare allegre sventure milaniste. Salah e Bernardeschi sono perfetti nel ruolo di attacco. La difesa mostra i muscoli con Bonucci e Rudiger, approdato al Chelsea dopo lungo travaglio. Il centrocampo conta Borja Valero, Vecino e Biglia. Ce n'è per ogni gusto. Ed è pronto ad arricchire la compagnia uno dei tanti devastati dall'esperienza interista: Geoffrey Kondogbia vuole partire e c'è da capirlo. Ma c'è da capire anche l'Inter che si è svenata e si è ritrovata con un quasi bluff.
E' un caso, oppure no, che siano numerosi i giocatori decisi a lasciare l'Italia? E' un caso che, dopo uno o due anni, calciatori quotati decidano di cambiare campionato? Forse no. La serie A è impegnativa, ma alla lunga non regala soddisfazioni internazionali e neppure sponsor adeguati evidentemente. Serie A allenante (direbbe Capello) per la tattica, molto meno per la gloria e per gli ingaggi.
Piuttosto va detto che all'estero qualche giocatore sarebbe assolutamente valido per la nazionale fuggitiva: detto di Neymar e Diego Costa, non dimentichiamo Aubameyang, Riyad Mahrez
l'esterno del Leicester dichiaratosi alla Roma, e Renato Sanches il portoghese, centrocampista del Bayern, pronto a partire per trovare squadra da titolare fisso. Lasciare il Bayern? Ci sarebbe da domandare: fisso o fesso?
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