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Caicedo-gol, lo scudetto non è un miraggio

D'Aversa: «Noi corretti, non stupidi, c'era rigore...». E domenica l'Inter

Caicedo-gol, lo scudetto non è un miraggio

Una vera dimostrazione di forza. La Lazio resta aggrappata al treno scudetto, continua a sognare e a generare entusiasmo: ben 4mila i tifosi biancocelesti presenti al Tardini che, a fine partita, hanno cantato l'inno a squarciagola, mettendo in scena una sciarpata da brividi. La squadra di Inzaghi, priva di Milinkovic-Savic e Radu, vince 1-0 a Parma e si porta a -1 dalla Juventus capolista. Era dalla prima di campionato che la Lazio non manteneva la porta inviolata in trasferta. Segno di una squadra che sta crescendo sotto tutti i punti di vista: a Parma, fino a ieri la quarta miglior squadra nelle partite interne, i biancocelesti hanno gestito la partita in maniera perfetta, spingendo sull'acceleratore fino al vantaggio, e abbassando la linea difensiva dopo il gol di Caicedo, arrivato già a quota otto reti.

Per la Lazio, che in questa stagione ha sfatato diversi tabù storici (ha vinto a Milano contro il Milan dopo oltre 30 anni e ha battuto la Juventus all'Olimpico dopo 15 stagioni), ieri è fra l'altro arrivato anche l'ennesimo record: sono 18 i risultati utili di fila. Nella prossima giornata di campionato la Lazio, che ieri ha ritrovato anche Correa e Cataldi, ospiterà l'Inter di Conte in quello che è un vero e proprio scontro diretto. In tal senso vanno sottolineate anche le prestazioni di Acerbi e Luiz Felipe che, benché diffidati, sono riusciti a guidare la difesa biancoceleste con attenzione, senza mai togliere la gamba nei contrasti, ma senza eccedere negli interventi. Eccezionale anche Luis Alberto, che si sta dimostrando un giocatore con una classe fuori dal comune. Contro l'Inter, insomma, la Lazio sarà al completo e potrà lanciare l'assalto al titolo. «Abbiamo meritato la vittoria, non voglio parlare di scudetto, viviamo alla giornata», ha detto Inzaghi a fine partita. Sarà, ma con la vittoria di ieri la Lazio ha mandato un segnale di forza al campionato.

Arrabbiato il collega D'Aversa: «Da tutte le immagini si vede che è rigore netto (fallo di Acerbi su Cornelius), perchè non si va a vedere il Var? Forse si pensa che quando una squadra è così corretta poi si passa per essere i più stupidi. È inutile che l'arbitro faccia il simpatico durante l'intervallo.

Accetto gli errori, ma non posso dire nulla ai miei ragazzi».

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