Il bar può aspettare. Lo aveva detto nelle ore precedenti il match contro il Bayer Leverkusen, i fatti gli hanno dato ragione. Perché Maurizio Sarri è alla ricerca dell'equilibrio, medicina indispensabile quando si allena una squadra di calcio. Quindi, per il momento, non esiste alcuna possibilità di vedere in campo contemporaneamente Dybala, Higuain e Ronaldo. «In corso d'opera sì, dipenderà dalle circostanze». Come è logico che sia. Nel frattempo, si percorrono altre strade. Quella del trequartista dietro le due punte, soprattutto: prima con Ramsey, contro i tedeschi grazie a Bernardeschi. Del resto, complici gli infortuni e un mercato un po' così, non è che gli esterni abbondino: bisogna fare di necessità virtù, partendo da una base dove comunque qualità e quantità non mancano.
Sarri è insomma al lavoro, ecco. Per cambiare la Juve. Magari venendone a sua volta leggermente modificato. Perché è un fatto che la sua impronta si vede e i giocatori ne hanno confermato l'impatto: «Con Allegri dovevo cercare soprattutto gli esterni alti ha raccontato Pjanic -. Adesso, invece, il compito è quello di verticalizzare appena possibile per i giocatori che si muovono tra le linee». Detto e fatto in più di una circostanza, vedi per esempio il gol segnato da Ronaldo contro la Spal su assist di Dybala, dopo che lo stesso bosniaco aveva pescato l'argentino in un taglio dritto per dritto. Quanto alla fase di non possesso, si punta sempre su una difesa molto alta per provare a recuperare il pallone appena possibile: in questo, la crescita di De Ligt risulta fondamentale e l'olandese, dopo un paio di prove balbettanti, ha inserito la marcia giusta. Lo stesso Sarri gliene ha reso merito dopo la vittoria contro il Leverkusen, così come l'intero Stadium ne ha apprezzato la prova prodigandosi in applausi a scena aperta in almeno un paio di occasioni. Il tutto, unito alla vigoria fisica di Cuadrado (5 palle recuperate, 3 anticipi, 2 tackle, 5 falli subiti) e alla regia di Bonucci, ha permesso ai bianconeri di annullare totalmente i tedeschi. Il rombo (Pjanic basso, il trequartista alto) consente poi alla Signora di disturbare il gioco avversario alla fonte consentendo a Khedira e Matuidi di preoccuparsi meno di dover uscire sulla prima pressione, rivelandosi più attenti per coprire i palloni laterali.
«La vera Juve si vedrà in inverno inoltrato, se non nell'anno nuovo», aveva peraltro detto a fine agosto capitan Chiellini. Consapevole delle difficoltà di adattamento a un nuovo credo, con tanto di inevitabili alti e bassi. Perché la conoscenza reciproca, tra squadra e allenatore, necessita tempo e magari anche la capacità di superare qualche intoppo. «La mia filosofia di gioco prevede che si giochino il maggior numero di palloni possibile aveva spiegato lo stesso tecnico -.
Ma vorrei che la squadra mantenesse certe caratteristiche della Juve di Allegri: a tratti ti dava la sensazione di poterla metterla sotto, poi magari in dieci minuti ti devastava». Si deve cambiare con giudizio, allora: reciprocamente.
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