Torino - Alessandro Buongiorno, di anni 23, è un ragazzo di Torino cresciuto nel Torino. Squadra della quale è sempre stato tifoso diventandone ultimamente anche capitano. Mercoledì pomeriggio contro la Sampdoria ha segnato il primo gol della sua carriera in serie A, a poche ore dalla commemorazione della tragedia di Superga: 74 anni fa ieri, l'aereo che riportava a casa il Grande Torino si schiantò infatti sulla collina avvolta dalla nebbia e sulla Basilica che guarda dall'alto la città della Mole.
È una giornata sempre particolare, quella del 4 maggio: quasi mai soleggiata, spesso plumbea, con un fiume di gente che non lesina fatica e commozione per andare a rendere omaggio alle trentuno persone che persero la vita tornando da una trasferta a Lisbona. Al capitano, come da tradizione, spetta il compito di leggere, davanti alla lapide commemorativa, i nomi degli Invincibili e di tutti coloro i quali facevano parte di quella spedizione: Buongiorno (nella foto), evidentemente emozionato, ha così vissuto la sua prima volta da capitano granata in un contesto del tutto particolare dopo che in mattinata, a poche centinaia di metri dallo stadio Filadelfia, era stato intitolato un parco a capitan Valentino Mazzola. «Solo il Grande Torino ha superato il confine tra mito e leggenda - il ricordo del presidente della Figc Gabriele Gravina - diventando patrimonio comune dell'Italia calcistica e della storia civile del nostro Paese. Il messaggio di bellezza e di unione rappresenta l'eredità più bella di una squadra senza tempo».
«Ricordiamo gli uomini che sono mancati in età molto giovane, gli stessi che hanno fatto la storia del calcio: l'esempio che hanno dato deve rimanere negli occhi e nelle menti di tutti», così il presidente Cairo.
Il quale ha poi bacchettato il proprio attaccante Pellegri per l'inopportuna e smodata esultanza avuta a Marassi spiegando che «bisogna avere rispetto per chi non se la passa bene e sta lottando. Ha poi fatto bene a scusarsi».
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