«Che piacere ritrovare la mia Garmisch...»

L'unico esemplare della berlina era sparito nel 1970. In Bmw l'hanno riprodotta

Pierluigi Bonora

Cernobbio (Como) Un po' sotto l'acqua un po' sotto il sole. La fortuna ha voluto che al momento di salire sulla pedana nel parco di Villa d'Este, la riedizione della Bmw Garmisch del 1970 abbia trovato anche il cielo ad applaudire. Eccola, allora, tra la curiosità di tanti appassionati e i manager di Bmw, organizzatrice dell'evento, presa per il volante dal suo ideatore, quel Marcello Gandini, 80 anni, torinese, fino al 1979 capo designer in Bertone, che ha creato molte delle automobili che hanno fatto la storia. Qualche esempio: Lamborghini Miura e Countach, Alfa Romeo Montreal, Lancia Stratos, Fiat X1/9 e Ferrari Dino GT4. Ma l'elenco è lunghissimo. E poi c'è quella Garmisch che Bmw ha voluto far resuscitare, visto che l'unico modello, una volta esposto al Salone di Ginevra del 1970, è sparito.

Basandosi su alcune foto, i designer di Bmw hanno riprogettato la berlina con i suggerimenti dello stesso ideatore. Non è stato un lavoro facile, e il modello, dopo Villa d'Este, è stato trasferito al museo Bmw di Monaco di Baviera, dove potrà essere ammirato e commentato dai tanti visitatori e appassionati. Incontriamo Gandini, completo beige, mentre, accompagnato dalla figlia Marzia, si aggira tra i modelli esposti al Concorso d'Eleganza. La gente lo riconosce, si ferma a parlare, posa per foto e selfie, e poi si siede su una poltroncina, alle spalle un lago più azzurro che mai.

Che ne pensa della sua Garmisch riportata in vita. Ricorda quando Nuccio Bertone le chiese di disegnare qualcosa di rivoluzionario?

«L'hanno rifatta piuttosto bene - risponde, mentre intorno il capannello di persone aumenta -. In verità me l'ero un po' dimenticata. Sa, dopo 50 anni... La linea è comunque piacevole. Gusto e piacevolezza delle forme sono rimasti».

Tra i numerosi modelli che ha disegnato a quale si sente più affezionato?

«Sono sempre stato orientato al futuro e non al passato. Regola che vale anche adesso. Le rispondo così: la macchina che mi piace di più è la prossima».

Il design attuale è condizionato dall'evoluzione del prodotto auto, tra motori elettrificati, elettronica, connettività e guida autonoma.

«Oggi l'automobile è costruita ancora come una volta. Per cambiare davvero bisogna trovare un metodo nuovo con cui viene progettata e prodotta».

Dalla matita al computer.

«Il computer è qualcosa di fantastico, però dopo che si è definita un'idea. Ma ora è cambiato il modo di lavorare».

Cosa consiglia ai giovani che vogliono intraprendere la professione del designer?

«Oggi il mondo del design dell'auto è più difficile. Posso dire a chi vi si affaccia di cercare di far sempre cose che gli o le piacciono, e che siano frutto di un proprio pensiero».

È quasi l'ora di pranzo, ci salutiamo.

Gandini resta un uomo d'altri tempi, ma che continua a disegnare nella sua mente l'auto del futuro. Saluta tutti con queste parole: «È la prima volta che vengo a Villa d'Este. È qualcosa di affascinante, un'opportunità unica per vedere cose del passato». E subito torna a immergersi nel suo mondo preferito.

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