Rolando Maran, 49enne trentino, protagonista come calciatore del miracolo Chievo (9 stagioni da giocatore), dal 2002 sulla panchina di Cittadella, Brescia, Bari, Triestina, Vicenza, ha sostituito Benny Carbone nel Varese il primo ottobre 2011 e ha portato i lombardi ai playoff. Proprio come un anno fa fece Sannino, al quale Maran si richiama per carattere, grinta e determinazione. Sannino venne battuto dal Padova, Maran ha superato non senza polemiche il Verona.
E ora, dopo 37 anni Varese sogna il ritorno in serie A. Ci crede?
«Arriviamo fino in fondo senza lasciare nulla di intentato. Poi faremo i conti».
Come ha preparato la sfida con la Samp?
«Una partita del genere si vive e si prepara con listinto e con le sensazioni che ti fanno dire: siamo pronti. Questa finale non è un traguardo per noi: vogliamo arrivare fino in fondo, felici di essere giunti qui, ma ora ci attende lo sprint finale. Per essere ricordati nel tempo dobbiamo compiere limpresa. Dei secondi arrivati non si ricorda mai nessuno».
Che Varese vedremo nella bolgia di Marassi?
«Voglio il solito Varese, cattivo e senza paura di sbagliare. Senza queste due componenti abbiamo sempre sofferto. La Sampdoria? Sarà una squadra diversa rispetto a quella che abbiamo battuta 3-1 lo scorso 26 maggio. Non cè nulla di scontato, dimentichiamo quel risultato.
Al Varese, per la migliore posizione in classifica, bastano due pareggi.
«Niente calcoli, noi giochiamo sempre per vincere. La nostra è la mentalità di una squadra che ha fame di successi e che sa soffrire».
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