di Riccardo Signori
Sicuri che la storia del codice etico non fosse una barzelletta? Nel caso cambiamola: raccontandola ogni volta sta diventando stucchevole. Anzi, meglio, non raccontiamola più. E aboliamo il codice etico. Sarebbe un atto di onestà, anche etico: questo sì. Ieri il ct Prandelli ha dovuto spiegare al volgo giornalistico la regola essenziale del suo codice: quello per cui Balotelli è convocato ed altri non lo sono stati in tempi passati. Non ci sarebbe stato nulla di male a dire: non posso permettermi di lasciarlo fuori. Oppure: in questo ultimo anno preferisco guardare alla necessità calcistica. Invece il ct, che ha sempre il gusto di passare per fenomeno, si è grippato con una astrusa spiegazione: Mario ha pagato le sue colpe con la squalifica, quindi può stare con noi. Non avesse pagato per intero sarebbe rimasto a casa.
E qui casca il fenomeno. Il codice etico ha valore nel momento in cui va al di sopra di una punizione, di un calcolo puramente sanzionatorio. In quel caso non servirebbero Prandelli e il suo codice, bastano i giudici sportivi. E se Balotelli venisse squalificato nell'ultima giornata di campionato e non potesse scontare la pena prima dei mondiali? Il codice etico valuta un modo di apparire, comportarsi, una consuetudine, i greci direbbero appunto èthos, i latini habitus. Esiste un concetto di libertà ed uno di etica che nasce di conseguenza e riguarda il rapporto con gli altri. Nella vita, come in nazionale, deve esistere (se davvero lo vuoi mettere in pratica) al di là di quel che stabiliscono le leggi o sanzionano le pene. Quando Prandelli ha proposto l'idea, chi non ne avrebbe sottolineato e sottoscritto il buon senso? Ma ora che lo sta usando ad orologeria, ovvero quando gli fa comodo pur con tutte le spiegazioni del caso, c'è da metter in dubbio l'interpretazione di codice etico da parte del ct. Purtroppo i nostri calciatori spesso dimostrano di avere una morale che non si sposa con un codice etico. E la gestione prandelliana di un supposto codice sta facendo danni alla credibilità di chi l'ha proposto.
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