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"Il Milan, Gigio e l'Italia: ora vi dico tutto..."

Alessandro Costacurta ha toccato diversi argomenti tra cui Donnarumma, gli Europei, la lotta scudetto 2021-2022 e molto altro ancora

Costacurta: "Il Milan, Donnarumma e l'Italia: vi dico tutto"

20 stagioni tra i professionisti, 663 partite e 3 reti, 24 trofei messi in bacheca: sono questi i numeri mostruosi di Alessandro Costacurta con il Milan. Da diversi anni, ormai, l'ex difensore rossonero è diventato uno degli opinionisti di punta di Sky e sarà una delle presenze fisse per commentare gli Europei di calcio, con tutte e 51 le partite trasmesse dalla piattaforma televisiva.

In esclusiva per ilgiornale.it, Costacurta ha parlato degli Europei soffermandosi principalmente sull'Italia di Roberto Mancini, ma ha anche toccato temi di attualità come l'avvento di Allegri e Simone Inzaghi a Juventus e Inter, ha stilato la sua griglia scudetto in vista della prossima stagione, ha commentato l'addio di Donnarumma al Milan e molto altro ancora:

Cosa ne pensa della questione Donnarumma? Ci ha perso più il Milan o il ragazzo?

“Purtroppo penso che abbiano perso entrambi. Questo che sorprende è la maniera in cui il calciatore ha perso la possibilità di misurarsi con la sua famiglia in Europa. Ci sono passsato e so quanta soddisfazione dà questa cosa e lui non potrà provarla. Lui poi è stato grande protagonista della cavalcata champions e non potrà farlo con la maglia della sua famiglia addosso. Dico famiglia perché è così che definisco il Milan. Come uomo, poi, ha perso un po’ di credibilità perché scegliere di andare via così non è mai bello... capisco la voglia di una nuova sfida ma ancora qualche anno avrebbe potuto restare al Milan. Il club ha invece perso la possibilità di monetizzare dalla sua cessione ma la cosa che mi ha lasciato stranito è come il ragazzo non abbia avuto il sentore di aver messo in difficoltà il club che l'ha fatto crescere che ora si ritrova con un pugno di mosche in mano".

Come finirà il prossimo campionato di Serie A. Chi è il grande favorito per l'anno prossimo?

"Io la griglia la vedo come quella dell’anno scorso con Juventus e Inter leggermente davanti all’Atalanta e poi dietro le altre. A me la Dea verrebbe da metterla con le prime due addirittura la reputo superiore a Milan, Napoli, Roma e Lazio e di poco sotto a Juventus e Inter che saranno le favorite per la vittoria finale, penso".

Cosa ne pensa del ritorno di Allegri alla Juventus, è stata la scelta giusta?

"In un colpo solo l'Inter si è indebolita perdendo, per me, uno dei cinque tecnici più bravi in Europa mentre la Juventus ripartirà da Allegri...Per Max questa è una grande sfida perché deve dimostrare davvero qualcosa di importante, non avrà squadrone come anni fa e dovrà dimostrare soprattutto in Europa che è il grande tallone d’achille dei bianconeri negli ultimi anni. La Juventus ha fatto bene a puntare su di lui anche se non erano tutte di Pirlo le colpe dello scorso anno, ma per la maggior parte dei calciatori"

Si aspettava l'addio di Conte all'Inter, Simone Inzaghi può continuare il progetto se non partiranno i big?

"Io credo che l’Inter sia solida e possa fare il bis assolutamente. Simone Inzaghi è un allenatore che a me piace moltissimo, fa giocare bene le sue squadre, ha fatto grandi cose con la Lazio e poi può utilizzare lo stesso sistema di gioco che è ormai tarato. Inzaghi è bravo e farà bene ma ripeto, l’Inter ha perso un genio, uno tra i pochi allenatori al mondo che riesce a essere incisivo con la squadra come quasi nessuno. Vedremo cosa succederà ma le carte in regola per fare bene ci sono tutte"

Cos'è per lei il Milan se dovesse esprimerlo in poche parole?

"Per me il Milan rimarrà sempre una famiglia, ho speso 27 anni in quella società, sono arrivato prima dell'era Berlusconi addirittura, e non posso che essere molto grato e legato all’ambiente. Mi ha dato tanto e io non ho fatto altro che cercare di mettermi a disposizione, ho sempre pensato che dovessi ricambiare tutta l’attenzione che mi ha riservato. Da piccolo non sono mai stato tifoso di calcio, tifavo un po' il Varese...Poi è arrivato il Milan che è diventata la mia famiglia"

Qual è stata la vittoria più bella e quale la sconfitta più cocente?

"La prima gioia è stata contro lo Steaua Bucarest in finale di Champions a Barcellona...Quella è stata bellissima perché era la prima e mi ha dato l’emozione più grande, ero giovane e la ricordo con piacere per questo. Poi c'è quella contro la Juventus, sempre in Champions, a Manchester...Questa mi ha dato e lasciato qualcosa di grande, anche perché dall’altro lato c’erano tanti amici da avversari. Se si vanno a rivedere le immagini si può notare come prima dell'ingresso in campo io scherzavo con Buffon, Paolo Maldini con Del Piero...sembrava una partita scapoli e ammogliati na poi una volta in partita tutto è cambiato ma sempre con rispetto. La più brutta invece è stata in finale contro il Velez in Coppa Intercontinentale nel dicembre del 1994 dove ne ho combinate di cotte e di crude. Penso in generale di essere stato un buon giocatore e la mia forza era quella di commettere pochi errori ma in quella partita ho fatto un disastro: errore su un retropessaggio, ho commesso fallo da rigore e sono stato espulso...peggio di così".

Ha qualche rimpianto nella sua carriera?

"No, nessun rimpianto. Probabilmente mi sarebbe piaciuto andare all’estero e c’è stato un attimo che sembrava che il Tottenham mi volesse e io ho chiuso subito la porta in faccia...Non avrei vinto 5 champions, magari ne avrei vinte tre però avrei fatto una bella esperienza. Però non mi sento di dire che sia un rimpianto, uno che ha fatto la mia carriera non si può di certo lamentare".

Forse poteva aver maggior fortuna con la maglia della nazionale a livello di titoli...

"Anche lì ho un ricordo bellissimo nonostante tutto. Vivi il ritiro, convivi con 50 persone tra compagni e staff e vivi momenti davvero unici. I mondiali del '94 e del '98, gli europei del '96 dove avevamo squadra fortissima, forse la più forte, ma fummo eliminati per cose pazzesche. Ricordo con eccitazione il rigore nei mondiali del '98 contro la Francia con 80000 persone che fischiavano contro... Quella per me è stata forse la prova più difficile da affrontare da sportivo e in più mi ritrovai contro Barthez con cui ero uscito a cena un mese prima in Costa Azzurra (ride; ndr)

Chi è il difensore più forte in assoluto in questo momento in Italia e in Europa?

"Il difensore più forte in Italia è Bastoni perché ha fiducia, qualità ed è un messaggio per i giovani. Il più forte al mondo è van Dijk ma non ci sarà agli Europei purtroppo. Degli stranieri in Italia scelgo de ligt della Juventus e dico di più: la coppia de ligt-bastoni sarebbe una delle più forti al mondo se non la più forte".

Capitolo Europeo, l'Italia ce la può fare a vincere o vede nazionali più preparate?

"Ci sono nazionali più forti che lavorano insieme da più anni con guida tecnica definita e che ha potuto lavorare di più. Mancini finora ha fatto un miracolo, non avevo dubbi che facesse così bene quando lo scelsi... L’Italia non è considerata tra le prime due o tre favorite ma è una delle grandi e bisogna essere orgogliosi del cammino finora intrapreso".

Mancini ha convocato i giocatori giusti o si è dimenticato di qualcuno?

"No, penso che abbia convocato la gente giusta. Giusto mix d'esperienza e gioventù. Penso sia sempre brutto lasciare a casa i giocatori però tanto per andare sul concreto Raspadori porta novità, imprevedibilità, è un jollu. Vero è che ha lasciato a casa Politano che ha fatto grandde campionato, la scelta è opinabile ma non è sbagliata: lasciamo lavorare Roberto che sta già facendo un gran lavoro".

Ci dà le sue favorite per la vittoria finale?

"Francia e Portogallo su tutte. L'nghilterra è all’altezza ma non lo so perché alla fine cede sul più bello, sempre. La Germania la vedo in un momento di transizione, non la vedo tra le favorite ma poi non dandola per favorita è sempre arrivato in fondo alla fine. Il Belgio ha un centrocampo e un attacco forte ma in difesa lo vedo debole per andare fino in fondo".

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