
La sorpresa tripla di Dallavalle: tutti aspettavano Diaz ed invece a fare il botto è Andrea, battuto solo dal migliore dei cubani in pedana anche se gareggia da portoghese, Pedro Pichardo. "Ho fatto all in sull'ultimo salto. Quando ho visto la misura ho detto: c'è qualcosa che non va: o hanno sbagliato la misurazione oppure ho fatto qualcosa di grande. Per fortuna, era la seconda". È il Mondiale del carpe diem e Dallavalle, arrivato a questo appuntamento senza neanche aver affrontato una gara questa estate, coglie l'attimo, l'ultimo e decisivo, sorprendendo il mondo con un argento spettacolare. "Ci ho sperato, ho pregato ogni divinità però sapevo che lui all'ultimo salto era capace di tutto. Purtroppo mi ha superato, ma è stato un piacere averlo messo in difficoltà questa volta".
L'Italia, dunque, vola sul podio del triplo con l'uomo che non ti aspetti, che atterra al record personale di 17,64 prima di vedersi superare dal decisivo 17,91 del portoghese di stanza in Italia (è gestito dal clan Iapichino). Terzo posto per il cubano Lazaro Martinez a 17,49, mentre è sesto l'altro azzurro Andy Diaz, bronzo olimpico a Parigi, con 17,19. Nel suo volto traspare tristezza per il problema all'inguine. "È sempre il solito problema. Ma ho perso, non ho giustificazione". Quella del 25enne piacentino è la sesta medaglia azzurra a Tokyo: il bottino ora è di un oro, tre argenti e due bronzi. Eguagliato il massimo storico di Goteborg 1995 (due ori, due argenti e due bronzi in quel caso) quando mancano ancora due giornate (all'ora di pranzo Battocletti in finale sui 5000m e batterie di staffetta).
A regalare la medaglia del pari è un ragazzo della Bassa padana, considerato un grande talento su di lui ha sempre creduto il direttore tecnico La Torre , ma fermato troppe volte dai problemi fisici. "Mi sono fatto quattro volte male alle caviglie". I suoi muscoli di seta purissima, ma purtroppo fragile, lo hanno addirittura costretto a cambiare la gamba di stacco (dal destro al sinistro). "Ho preso tante batoste negli ultimi anni e quell'ultimo salto conteneva tutto. Non sono un tipo che molla di fronte alle difficoltà e questa è la prova". Tre anni fa fu argento europeo (sempre dietro Pichardo) a Monaco dopo il quarto posto ai Mondiali di Eugene della stessa estate. A fargli i complimenti anche Matteo Berrettini in tribuna. Allenato da sempre da Ennio Buttò ("da quando avevo 12 anni"), Dallavalle ha iniziato all'Atletica Piacenza e gareggia per le Fiamme Gialle. È cresciuto in una famiglia di sportivi dell'atletica: grazie a mamma Maria Cristina Bobbi, ex primatista italiana del lungo, e a papà Fabrizio, sprinter in gioventù. Il fratello maggiore Lorenzo è stato finalista nel triplo agli Eurojrs (2013) e ai Mondiali U.20 (2014). È grazie a lui se Andrea ha scelto questa specialità. Adesso allena così come la sorella Chiara, ex velocista. Dallavalle è laureato in Banking and Consulting alla Cattolica di Piacenza. È un grande tifoso rossonero nonché appassionato di motori. "Il mio idolo è Valentino".
Tra le sue bizzarrie, c'è che in gara indossa sempre lo stesso indumento intimo: "Sì, le mutande di Diabolik", sorride Andrea, che poi si fa serio: "Non cambio, rimango il ragazzo di sempre e penso che questo non me lo toglierà nessuno". Neanche la felicità di dosso.