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De Boer fa la corrida col Toro ma il suo destino è segnato

L'esonero praticamente deciso tra Nanchino, Giacarta e Appiano. Nel futuro Pioli, Blanc o Silva, il nuovo Mou

De Boer fa la corrida col Toro ma il suo destino è segnato

Filippo Grassia

Milano Se non ci fossero gli abbonamenti flat, tutto compreso, l'Inter avrebbe speso una fortuna per parlare con Jindong Zhang a Nanchino, Erick Thohir a Giacarta e Kia Joorabchian in chissà quale parte del mondo. Si tratta dei tre personaggi che a breve (?) decideranno a chi affidare la squadra nerazzurra: Zhang è il fondatore e proprietario di Suning Commerce Group che ha acquistato la Beneamata, Thohir ne è ancora il presidente a tempo, Joorabchian è l'agente iraniano di Frank De Boer e Joao Mario. A dispetto dei pessimi risultati, 6 sconfitte in 13 incontri, l'allenatore olandese parteciperà alla conferenza stampa odierna e domani sera vivrà probabilmente l'ultima esperienza in panchina contro il Torino. Stando agli umori odierni, il suo destino è segnato per l'ormai accertata incomunicabilità con lo spogliatoio. «Non siamo un gruppo e non riusciamo a mettere in pratica quello che ci dice il mister», la fotografia nuda e cruda di Eder.

Il presidente uscente ha difeso ancora De Boer, vorrebbe offrirgli altre due possibilità, con Toro e Samp, ma a che pro? E' rimasto l'unico su questa trincea, logicamente in compagnia di Joorabchian cui s'è affidato mani e piedi nel mercato estivo. Sarebbe davvero curioso, per non dire altro, se la sorte di De Boer fosse affidata a questi due signori in uscita dal club, l'uno per la vendita della società, l'altro per contiguità. Giovanni Gardini, il dg arrivato mesi fa dall'Hellas Verona, e il ds Piero Ausilio la pensano diversamente, come hanno comunicato a Steven Zhang, figlio del magnate Jindong, arrivato ieri a Milano. A loro parere si dovrebbe arrivare a una scelta diversa con l'arrivo d'un tecnico serio, capace, conoscitore del calcio italiano, anche se di minore appeal mediatico. Di qui i nomi di Pioli, che ha fatto benissimo alla Lazio, e Blanc, ex tecnico del Paris Saint Germain ed ex giocatore di Moratti. Un invito alla saggezza, ne dovrebbero convenire tutti i dirigenti vicini e lontani: non è così. E, siccome al peggio non c'è fine, c'è chi pensa a un tecnico rampante, di grandi prospettive, ma a digiuno di faccende italiane, proprio come De Boer. E' il 39enne portoghese Mario Silva, considerato l'erede di Mourinho, reduce da due divorzi consensuali: nel giugno 2015 ha chiuso con lo Sporting Lisbona per divergenze con i dirigenti, nonostante il terzo posto e la coppa del Portogallo; quest'anno ha abbandonato l'Olimpiakos nel primo giorno di ritiro dopo aver vinto il campionato greco. Un tipo difficile, l'ideale per Appiano dove la turbolenza è di casa...

L'esonero di De Boer toglierebbe qualsiasi alibi ai giocatori che non possono essere così scarsi come sono apparsi in questo triste avvio di stagione. Guai però a mettere al suo posto un allenatore a tempo, il classico traghettatore: sarebbe la fine. Ci vuole una soluzione definitiva, da portare avanti nel tempo e difendere al primo venticello contrario. In questo intreccio di manovre, De Boer si trova ad affrontare il Torino senza Medel, l'unico mediano in organico, squalificato per tre turni con la prova tv (due turni anche al napoletano Gabbiadini che salterà la Juve). E Santon, che ha provocato il rigore a Bergamo, ha ricevuto perfino una minaccia di morte.

Piove sempre sul bagnato.

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