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De Boer: «Io un pilota di Formula 1 a cui serve una vettura a posto»

«Auto nuova, ma la devo regolare». Club diviso sul futuro del tecnico

Filippo Grassia

Frank De Boer, per quanto consapevole di prendere in mano una squadra piena di problemi, non si sarebbe mai immaginato di trovarsi in mezzo alla tempesta, con mare forza 9, al timone dell'Inter. Era certo di far meglio. Invece le cose sono andate diversamente. E, alla vigilia della partita con il Southampton che potrebbe portarlo alla deriva, ha raccontato parecchie verità, ma s'è anche contraddetto sui tempi a disposizione.

«Mi sento come un pilota di F1 che guida una nuova macchina e deve farle prendere confidenza su ogni circuito, in ogni gara, ma con la necessità di dover migliorare in fretta», il suo inedito paragone. Giusto, ci può stare. Poi ha sterzato, tanto per restare in chiave motoristica, e a chi gli parlava di esonero ha indicato una via di fuga: «Nel nostro caso è difficile porsi degli obbiettivi temporali, due settimane, quattro... Sono arrivato poco prima che iniziasse il campionato, e la società lo sa bene. Qui non si vince da 4-5 anni, impossibile farlo in 2 mesi». Vero anche questo, fatta la tara ai suoi numerosi e ripetuti errori tattici. Ma lui non ha alcun bonus a disposizione benché i dirigenti gli diano ancora credito. Alcuni giorni fa, era il 6 ottobre, Bolingbroke, l'attuale ad, l'aveva difeso in occasione d'un intervento a Londra ai margini del convegno Leader in sport business: «De Boer è arrivato da neanche due mesi, non può fare miracoli, lo capiamo». Da allora però la situazione è precipitata.

E comunque nel board non c'è unità di intenti sul suo futuro. C'è chi gli vuole offrire una ulteriore ciambella di salvataggio in omaggio a Thohir, che s'è esposto in prima persona sulla sua scelta, e all'iraniano Joorabchian, uomo di mondo con natali a Teheran, agente del tecnico olandese, che con l'attuale presidente ha un legame speciale. A suo favore anche il calendario, con 3 turni di campionato in 8 giorni: Atalanta fuori casa, Torino al Meazza, Sampdoria in trasferta. Come potrebbe un nuovo tecnico mettere mano alla squadra con impegni tanto ravvicinati e allenamenti risicati? Ma c'è chi lo caccerebbe volentieri in caso di sconfitta stasera o anche di brutto pareggio sul fronte del gioco. Nel caso il sostituto più accreditato a prenderne il posto sarebbe Garcia, l'ex allenatore della Roma: sarebbe il terzo in poco più di due mesi. E il tecnico francese avrebbe già dato un assenso di massima con un contratto fino a giugno 2018.

De Boer ha chiesto tempo, aggrappandosi a considerazioni poco condivisibili. Del tipo: «Siamo all'inizio d'un progetto, ho fiducia nei giocatori, dobbiamo conoscerci meglio. Ci sono state partite giocate bene ma finite male». Chissà se queste parole troveranno accoglienza presso i dirigenti della Suning, per niente contenti di vedere la nuova creatura con un piede fuori dall'Europa e un distacco abissale dalla vetta in campionato. La logica prettamente aziendale, cui si ispirano, non li aiuta a capire le dinamiche, spesso paradossali, del calcio. Erano convinti che gli acquisti di Banega, Joao Mario e Candreva, oltre alla conferma milionaria di Icardi, permettessero all'Inter di prendere il volo. La querelle dell'attaccante argentino ha accentuato il disagio.

Da stasera l'Inter non può sbagliare partenza o finire fuori strada. Se De Boer vuole proprio ispirarsi alla F1, prenda ad esempio la Mercedes, non la Ferrari.

Altrimenti rischia di non finire la gara.

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