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"Doping imbattibile". È la resa dello sport

Pound, segugio Wada: "Impossibile vincere". E sulla seconda parte dell'indagine: "Sarà uno choc"

"Doping imbattibile". È la resa dello sport

Il doping non si può sconfiggere; e il peggio deve ancora arrivare. Non sono slogan sensazionalistici, frasi fatte, ma di fatto una dichiarazione di impotenza di fronte alla più grande piaga dello sport. E a sostenerlo non è uno qualunque, ma Dick Pound, l'ex presidente dell'agenzia mondiale antidoping e oggi alla guida della commissione indipendente della stessa Wada che ha da poco pubblicato la prima parte di un report sullo scandalo doping nella federatletica russa. Che a sentire Pound non sarà il punto più basso di uno scandalo che non farà altro che aggiungere fango sullo sport, in particolare l'atletica. «Non credo che otterremo mai un successo definitivo. Ci saranno una serie di piccole e costanti vittorie», dice il dirigente canadese in un'intervista al quotidiano britannico Independent. L'obiettivo quindi non può essere quello di debellare il doping ma di raccogliere piccole vittorie «e una penso che sia rendere consapevoli che ci sono molti più bari nello sport di quanto la maggior parte della gente abbia mai pensato». Insomma dietro a tante vittorie c'è l'imbroglio. Per Pound è «offensivo» il comportamento di chi sceglie la scorciatoia del doping. Le rivelazioni contenute nel prima parte del report della Wada hanno sconvolto addetti ai lavori e opinione pubblica e spinto la Iaaf a sospendere la federazione di atletica russa, che ora rischia l'esclusione dalle Olimpiadi di Rio. Ma anche la seconda parte del rapporto, assicura Pound, avrà un impatto mediatico altrettanto clamoroso. Le indagini della Wada si incrociano con quelle delle autorità francesi che hanno messo sotto accusa alti dirigenti della Iaaf, compreso l'ex presidente Lamine Diack sospettato di avere intascato tangenti per coprire alcuni casi di doping fra gli atleti russi. «Quando daremo al mondo queste informazioni - dice Pound -, ci sarà un fattore sorpresa. Penso che la gente si domanderà come diavolo sia potuto accadere. Si tratta di un completo tradimento dei responsabili di questo sport». La pubblicazione della seconda parte del rapporto dovrebbe slittare all'inizio del 2016. «Mi sembra più probabile a gennaio - conferma il numero uno della commissione Wada -. Uno dei timori è che se lo diffondiamo, per esempio, il venerdì prima di Natale nessuno se ne accorgerà.

Invece noi vogliamo massimo impatto e deterrenza».

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