Fortaleza Una partenza talmente fulminante che sembrava inutile stare lì a giocare il resto. Ci sono partite dove chi subisce non supera la metà campo, ieri sera il Messico non riusciva ad uscire dalla sua area. Poi al nono Neymar al volo di sinistro ha bucato Corona, palla sotto la traversa praticamente imparabile. Conseguenza naturale con un Dani Alves immenso che ha sfiorato l'incrocio dei pali con un pallonetto da dentro l'area e Corona ancora protagonista. Poi spazio per uno stop in corsa e girata volante di Neymar da applausi. Non c'era storia. Questo è il Brasile, e questa è la sua coppa.
Poi lentamente, con molta pazienza e tanto sacrificio, il Messico è venuto fuori, ha aperto l'uscio e ha messo il naso prima sul pianerottolo, poi più avanti e quasi senza accorgersene il Brasile se l'è trovato sulla porta di casa. Perfino il ct Della Torre si è messo a battere le mani ai suoi che lo meritavano veramente. In fondo c'era stato solo un quarto d'ora di grande Brasile, poi tanto Messico con Thiago Silva a sbattersi e David Luiz con il naso sanguinante a respingere gli attacchi di Hernandez. Oscar anonimo, Hulk inadatto, Fred invisibile, Paulinho e Luiz Gustavo annoianti.
Fa molto più rumore quanto accade fuori, diversi feriti negli scontri davanti allo stadio di Fortaleza tra la polizia e circa diecimila manifestanti che protestano contro le spese del governo per i Mondiali, una sessantina i fermati.
Sassi contro gli agenti che hanno risposto con cariche, lancio di gas lacrimogeni e proiettili di gomma. In serata è intervenuto addirittura Pelè in diretta tv («tregua, dimentichiamo certe cose e appoggiamo la squadra»). Nel finale il secondo di Neymar ma il Messico meritava di più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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