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La Ferrari di John è all'ultima chiamata

La rivoluzione del presidente con Vasseur per ora è un flop. L'incubo è un anno senza vittorie: la Rossa in Spagna capirà se pensare al 2024

La Ferrari di John è all'ultima chiamata

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L'incubo di una stagione senza titoli ormai è diventato realtà. E all'orizzonte si è già presentato un nuovo fantasma: un anno senza vittorie. Non sarebbe la prima volta, ma sarebbe il colmo dopo che si è deciso di cacciare Mattia Binotto perché arrivare secondi non bastava più. Sembra di ripercorrere una strada accidentata già incontrata quando Sergio Marchionne decise di far fuori (con poca signorilità) Luca di Montezemolo. «La Ferrari deve vincere anche in pista, non solo sui mercati», disse. Gli bastarono poche stagioni per capire che non era così semplice e oggi siamo ancora qui ad attendere un Mondiale piloti che manca dal 2007. Il record dei 21 anni in bianco tra Scheckter e Schumacher non è poi così lontano. La Ferrari di John Elkann che finalmente venerdì si è fatto vedere in pista a Monte Carlo (nonno Gianni veniva per le qualifiche al sabato) vince, anzi stravince, sui mercati e in Borsa, ma in pista colleziona figuracce.

La rivoluzione di fine 2022, l'ennesima in poco tempo, non ha prodotto nessun risultato. La squadra continua a pasticciare ai box e, oltretutto, quest'anno la monoposto non è neppure veloce. Quando sembrava più logico procedere a dei ritocchi, rinforzando una squadra che aveva certamente dei punti deboli, ma anche dei punti di forza, si è preferito cambiare il comandante in capo con il risultato (scontato) di buttare via un'altra stagione. Il povero Vasseur è stato messo in sella troppo tardi e finora ha dovuto solo tappare le falle più che costruire la «sua» Ferrari. Le fughe non sono ancora finite e nessun ingaggio di peso è stato annunciato. Siamo onesti, oggi la Ferrari è messa peggio di un anno fa.

Domenica a Barcellona siamo già all'ultima chiamata del 2023: se le novità annunciate non porteranno un immediato miglioramento delle prestazioni in gara, non resterà che cominciare a pensare all'anno prossimo. Un classico di questo periodo. Se un anno fa arrivare secondi non era ritenuto sufficiente, oggi arrivare dietro solo alla Red Bull è quasi un miraggio. A Montecarlo la Ferrari in gara è stata la quinta forza in pista. «La monoposto che non avrà precedenti in termini di velocità», come disse il giorno della presentazione il ceo Benedetto Vigna, rischia di finire dritta in quello che Enzo Ferrari chiamava il museo degli orrori.

E degli errori.

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