F1, vince un «milanese» figlio d’arte

F1, vince un «milanese» figlio d’arte

La Cina s’inchina davanti a un 26enne di padre finnico iridato nell’82, madre tedesca, studi monegaschi e amici «soprattutto milanesi» dichiarò Nico Rosberg tempo fa, parlando un italiano non perfetto solo perché tradiva una lieve cadenza meneghina. Rosberg Jr. regala a se stesso, a sei anni dal debutto, la prima vittoria dopo 111 Gp, e a suo padre Keke un’altra ben più importante gioia: quella di essere l’unico ex campione di F1 con figlio vittorioso in F1 ad essere vivo e vegeto nel momento del trionfo (gli altri erano Gilles Villeneuve papà di Jacques e Graham Hill papà di Damon). Nico regala alla Mercedes la gioia di tornare sul podio non solo coi motori (ieri accanto a lui c’erano le due McLaren di Button ed Hamilton spinte dal propulsore germanico), ma completa di telaio. E a Schumi regala la delusione di non essere stato lui. Dirà Nico: «Sono felice, aspettavo da tempo e mi ha sorpreso come siamo riusciti a migliorare nel consumo delle gomme rispetto ai primi due Gp».
Quanto alla Ferrari, un disastro e «strategia sbagliata» diranno Alonso 9° e Massa 13°, uno su 3 soste e uno su 2 per cui non si capisce.

«Siamo delusi, inutile negarlo» confermerà a metà il team principal Domenicali: «La mancanza di velocità di punta ha impedito soprattutto a Fernando di sfruttare al meglio una strategia che, ad un certo punto, lo aveva messo in condizione di lottare per un posto nei primi cinque».
Comunque: terzo vincitore diverso in 3 Gp, classifica cortissima, Alonso 3° a 8 punti dal leader Hamilton. In Bahrain correrà in difesa, poi in Spagna l’auto riveduta e corretta. Si spera. Nulla è perduto. Si spera.

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