Nel giorno del folle sorpasso di Andrea Dovizioso non poteva che esserci il ritorno al successo del pazzo Romano Fenati. Proprio così: a quasi un anno di distanza dal Gran premio di Misano, da quella pinzata al freno anteriore della moto di Stefano Manzi che avrebbe potuto causare un tragico incidente, il marchigiano è tornato ad alzare le braccia al cielo in segno di trionfo.
Dalla follia umana e sportiva alla redenzione. Per il reietto Fenati il ritorno al successo dopo quasi due anni è la fine di un calvario dopo undici mesi di inferno. Durante quest'anno travagliato, in seguito al gesto inqualificabile di Misano, sono arrivate prima le due gare di squalifica comminate, poi il licenziamento del team e, infine, la squalifica fino al 31 dicembre 2018 con ritiro della licenza. Per alcuni piloti, Crutchlow in testa, «Fenati non avrebbe dovuto più correre». E mentre il web traboccava di indignazione («mio figlio ha sbagliato, ma è triste che ci siano arrivate minacce di morte e pure offese alla sua ragazza», il racconto di mamma Sabrina sulla pioggia di insulti via social), Fenati si è reso conto dello sbaglio ed è tornato a lavorare nella ferramenta di famiglia.
Il pensiero di smettere lo ha infatti assillato per molto tempo, ma il desiderio di tornare a correre è poi prevalso su tutto il resto. La seconda occasione gliel'ha offerta il team Snipers, lo stesso per cui correva in Moto2 e che lo aveva licenziato, in cambio però di un passo indietro: ripartire dalla Moto3.
Undici mesi dopo il fattaccio, che resterà una macchia nella carriera di Fenati e che non sparirà mai, la bandiera italiana è tornata a sventolare sopra la testa del marchigiano, autore della pole al sabato poi trasformata, giusto per non farsi mai mancare niente, in secondo posto in griglia causa penalità.
«L'abbiamo cercata tanto questa vittoria ha commentato quasi commosso il 23enne ascolano -. Mi sono tolto un peso? Sì, ma adesso il peso è continuare.
In questi mesi ci ho pensato tanto, ho lavorato molto per arrivarci. Ero sedicesimo in classifica e ora sono nono. Abbiamo fatto un bel balzo in avanti in classifica. Potrei dare fastidio a quelli là davanti». A dire il vero, non solo a quelli là. Ma, please, stavolta senza pazzie.
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