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"Perché siamo così lenti?": la conversazione Vettel-muretto

Il distacco subìto da Maranello è specchio di quanto necessario ora in Ferrari: fermarsi a riflettere di come sia potuta avvenire una impasse del genere

"Perché siamo così lenti?": la conversazione Vettel-muretto

Gran Premio di Australia: Sebastian Vettel al giro 31 di 58 si vede sopravanzare con una facilità disarmante dalla Red Bull motorizzata Honda di Max Verstappen.

Incredulo, vedendo il pilota olandese allungare davanti a lui, Vettel dopo dodici giri si rivolge al suo muretto: Perché siamo così lenti?”.

La risposta del suo ingegnere di pista, Riccardo Adami, una di quelle che nessun pilota vorrebbe sentire: “Non lo sappiamo, al momento”.

Nell’imbarazzo di questa frase, c’è un rosso più vivo di quello sbiadito sulla SF90: una vettura “rasentante la perfezione” secondo il campione tedesco dopo i test di Barcellona, impallidita di colpo per l’imbarazzo della giornata.

Sintomo di una Ferrari che brancola nel buio, dopo lo shock di questo weekend: data come vincitrice annunciata del campionato mondiale 2019 un po' da tutti (ultimo Ecclestone pochi giorni fa), ha subito un risveglio amaro da quello che si è palesato soltanto come un bel sogno.

Un minuto di distacco dalla vetta è un risultato negativo come non si vedeva da oltre vent’anni nel gran premio d’esordio mondiale, per Maranello. Persino ad Alonso, nel 2012 con il suo quinto posto, era andata meglio: 22 secondi circa il ritardo accumulato.

E sempre Alonso lo ricordiamo per quel suo GP2 engine, GP2. Aaargh!” pronunciato in casa della Honda, nel Gran Premio di Suzuka 2015. Poco più di tre anni hanno trasformato un “motore da Formula 2” in quello che oggi, sotto la Red Bull di Verstappen, ha liquidato con facilità disarmante una delle certezze storiche di Maranello: il propulsore.

Così, se in questi anni di rincorsa alla Mercedes, la potenza era relativamente in equilibrio tra i soli due grandi concorrenti, oggi crolla anche questo punto fisso. Oggi tra i motoristi, Honda ha dimostrato di aver fatto passi da gigante, causando sicuramente più di un rammarico ad Alonso.

Un pensiero in più per Binotto, che deve dimostrare più che mai già dal prossimo gran premio, il valore della SF90 e della nuova squadra: questo campionato è iniziato decisamente in salita per lui.

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