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Ferrari, Vasseur si scusa ma sorride

Il boss di Maranello: "Da capire la differenza qualifica-gara, spiace per Leclerc, si può migliorare". Dopo Montecarlo e prima della gara verità a Barcellona

Ferrari, Vasseur si scusa ma  sorride

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La cosa bella di Fred Vasseur è che cinque mesi di Ferrari non sono bastati a fargli perdere il sorriso. Comunque vadano le cose, lui ride. È un modo di vivere. Cerca il lato positivo della medaglia, vede il bicchiere mezzo pieno. Jean Todt nei suoi anni pieni di vittorie a Maranello non ha riso quanto Vasseur in mezz'ora di conferenza stampa. E all'inizio, quando non vinceva, la sua espressione non era quella di un uomo arrabbiato. Di più. Con Vasseur, per ora questo rischio, almeno davanti a una telecamera, non esiste. D'altra parte si possono ottenere buoni risultati anche con il sorriso e la gentilezza. Quello che conta è l'autorevolezza, non l'autoritarismo.

Fred conferma di aver chiesto scusa a Leclerc per il pasticcio di sabato in qualifica, assicura di lavorare perché certi errori non si ripetano, ma difende ancora la strategia di Monaco. «Non l'abbiamo sbagliata. Abbiamo solo scelto di prendere dei rischi sperando in una Safety car o in una bandiera rossa per provare ad agguantare il podio. Lo rifarei». Quello che invece ancora non capisce è la differenza di prestazioni tra la qualifica e la gara: «In qualifica a parte una gara siamo sempre stati in lotta per la prima fila. Siamo sempre lì, vicini alla Red Bull. In gara invece non riusciamo ad estrarre tutto il potenziale della macchina. Ci manca la consistenza durante il giro e persino in curva. Dobbiamo far lavorare meglio la macchina. Il primo obiettivo non è solo di aggiungere carico, ma rendere la monoposto più consistente. Abbiamo grandi margini di miglioramento in termini di prestazione pura. Ci lavoreremo fino a quando sarò convinto di poterla migliorare, sarebbe un errore introdurre un'auto completamente diversa a questo punto della stagione».

Ritornando a Montecarlo, Vasseur preferisce continuare a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Abbiamo lottato per la pole e per la penalizzazione ho chiesto scusa a Charles. In gara Sainz è rimasto intrappolato dietro a Ocon, ma la Ferrari era superiore all'Alpine solo che a Monaco non si passa». A Barcellona i sorpassi non sono così proibitivi e le novità in arrivo (non la sospensione posteriore di cui sussurrava qualcuno) dovrebbero aiutare: «Il nostro potenziale sarà più chiaro. Di certo ci aspettiamo di poter essere sempre o quasi in lotta per la pole. E non appena avremo messo a punto un po' di soluzioni per i problemi che abbiamo avuto finora, partendo davanti punteremo anche alla vittoria».

Evoluzioni, non rivoluzioni. Le gare passano, ma il mantra di Vasseur resta questo. Lui crede ancora nel potenziale della monoposto, anche se non promette vittorie, non promette piazzamenti. L'unica promessa che fa è «dobbiamo cercare di fare meglio oggi rispetto a quanto avevamo fatto ieri». La sua formula è questa. «Dobbiamo analizzare le nostre forze, le nostre debolezze, mettere insieme tutte le competenze. Le performance dipendono da ogni singola persona che lavora in azienda. Chiunque può dare il suo apporto». Ma occhio, la prossima scusa è già pronta: «Quando introduci un nuovo pacchetto, non riesci mai a estrarne il 100% del potenziale alla prima gara».

No, non ci sarebbe nulla da ridere.

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