
Il primo podio non si scorda mai, almeno fino a che non arriva la prima vittoria. E domani, testa all'esame di maturità. Kimi Antonelli ha da fare anche fra i banchi. Intanto si gode il 3° posto sapendo che è solo l'inizio. Lo ricorda bene anche Giancarlo Fisichella che, come Kimi, salì per la prima volta sul podio in Canada nel 1997 con la Jordan. Era alla sua seconda stagione, ma solo alla 15esima gara. «Ci salii con Schumacher e Alesi e non posso scordarlo anche perché in Canada dopo quella volta raggiunsi il podio altre tre volte di fila», ricorda. Fisichella è stato l'ultimo italiano a vincere (Malesia 2006): «Auguro a Kimi di portarmi via quel record al più presto. Sarei solo contento. Lui sta dimostrando di essere veloce, bravo a gestire la gara e a portare la macchina in fondo. Adesso che si è levato il peso del primo podio potrà anche lasciarsi andare. So che dopo il primo pensi solo a farne un altro e a salire i gradini più in fretta possibile».
Giancarlo Minardi e suo figlio Giovanni sono stati tra i primi a capirlo e a segnalarlo a Toto. «Avevo scommesso che entro giugno sarebbe andato sul podio», racconta Giancarlo. «Lui ha un dono naturale, per giudicare un pilota non basta il cronometro. Devi vedere il carattere, la mentalità e Kimi ha una forza mentale che mi ricorda gente come Alonso o Ayrton. Ha dimostrato di avere un gran carattere non abbattendosi dopo che tre gare, anche per colpe non sue, non erano andate male». Anche per Minardi è solo l'inizio: «Ha fatto una partenza da campione, non da rookie. Ho la certezza che ci divertiremo ancora in futuro».
Minardi legge le caratteristiche del campione anche nelle sue parole successive al podio: «Pensava a che cosa poteva far meglio, a dove poteva migliorare. Ha già voglia di salire ancora. E mi sembra che stia lavorando benissimo con Bono, il suo ingegnere, uno che era abituato a Hamilton». Allacciate le cinture. Il meglio deve ancora arrivare.