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Quella fortuna che serve alla prima guida di una Rossa

Quella fortuna che serve alla prima guida di una Rossa

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Quella fortuna che serve alla prima guida di una Rossa

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Se un team che ha il proprio grande capo, Chris Horner, nei guai per un presunto caso a luci rosse, un team dove i corvi stanno appollaiati pronti a beccare e possibilmente divorare il suddetto capo, se un team così, intossicato dai veleni, pronti e via fa doppietta e mette a zittire tutti i rivali tranne i corvi, vuol dire che il mondiale è con ogni probabilità già segnato. Con buona pace dei tifosi della Ferrari alla ricerca di una resurrezione che non arriva ormai da troppi anni e dei grandi capi del carrozzone F1, a cominciare da Stefano Domenicali, che temono di dover affrontare anche quest'anno l'ennesima stagione con vittorie monomarca. Al pensiero vien male a loro, ma anche a noi; tanto più che sarà la stagione più lunga, ancora 23 i Gp, e terminerà quasi sotto l'albero di Natale: ultima gara l'8 dicembre.

Assieme al timore collettivo di corse a senso unico, avanza però un'altra preoccupazione, questa circoscritta alla chiesa ferrarista e al suo popolo di fedeli: la convivenza tra i due piloti. Quel che era ampiamente prevedibile fin dall'annuncio dell'arrivo futuro venturo di Hamilton e l'uscita altrettanto futura ventura di Sainz, si è plasticamente manifestato in pista: Carlos corre, con abilità, solo per sé. Prova ne sia la bella gara di ieri, il bel podio e gli incontri ravvicinati di un unico tipo che ha avuto con Leclerc, sorpassandolo al millimetro. E sul monegasco si apre altro capitolo: se la mancata pole di Charles venerdì è probabilmente colpa sua, il bilanciamento dei freni in gara molto meno, ma una prima guida ferrarista, da sempre, deve portar con sé anche un po' di buona sorte. È da troppo che Charles ne è sprovvisto, al contrario del futuro partente Sainz.

Però, suvvia, poi arriverà Hamilton. Che ieri ha preso 3 secondi dal compagno in Mercedes. C'era il sedile che non andava e c'erano questo e quel problema. Mettiamola così: Charles e Lewis hanno 23 gare per convincerci che è tutto a posto anche alla voce buona sorte.

Se si affrettano, molto meglio.

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