Quando mise alla luce la sua Federica, l'ostetrica la vide ed esclamò: diventerà una cantante. È finita per cantare l'Inno con le sue medaglie d'oro. È uno degli aneddoti contenuti nel libro intitolato Due Vite - Lo slalom parallelo con mia figlia Federica Brignone (pubblicato da Edizioni Minerva) che Ninna Quario ha scritto.
È un racconto legato alla carriera dell'ex azzurra (ha vinto quattro volte in Coppa del Mondo prima di diventare firma giornalistica di alto livello) e a quella dei figli, con Davide ora tecnico di Federica capace di vincere tutto. L'opera sarà in libreria dal 5 novembre.
Ninna, il primo capitolo ha un titolo significativo: La Tibia. Proprio quella che si è fratturata Fede alla fine della scorsa stagione
"Sì, e prima di lei anche mio fratello Federico se l'era fratturata. La sua disgrazia era stata un po' la mia fortuna perché eravamo rimasti a Courmayeur, dove un maestro giovane mi insegnò a sciare. Da lì è iniziato tutto".
È diventata la slalomista azzurra più vincente in Coppa.
"Purtroppo la specialità adesso è in crisi. Le nostre vittorie non sono tante e il fatto che questo record non sia ancora stato superato è un po' triste".
La sua era l'altra Valanga Rosa.
"Sì, solo che noi tutte insieme non raggiungiamo le vittorie di Marta Bassino. Però la nostra valanga fu importante perché era stata la prima squadra femminile a far parlare di sé".
Nel libro paragona Federica a Ondina Valla, prima campionessa olimpica azzurra.
"Diceva: Le altre si allenavano, io giocavo. Fede fino ai 20 anni ha fatto la stessa cosa. Non l'ha presa troppo seriamente all'inizio e forse è per questo che ha continuato a vincere a 35 anni".
Più che sciatrice, Fede si immaginava parrucchiera.
"L'ho scoperto poi. Mi diceva: Mamma, ma tu lo sai che io mi truccavo di nascosto prima di uscire?. Io e mio marito Daniele non abbiamo costretto i nostri figli a praticare lo sci, però la nostra vita era molto improntata sullo sport".
Tra questi c'è il tennis, il secondo amore.
"Giocavo a Milano al circolo Domus, fondato da mio padre con alcuni amici. Fede ha una passione folle e il suo idolo è Federer. Andremo a vedere anche le Finals a Torino".
Tra Sinner e Musetti?
"Jannik è da ammirare come campione in generale. Fede l'ha incontrato al JMedical e ci ha parlato. È proprio un grande, anche per il fatto che abbia sciato prima di diventare tennista. Però come gioco Musetti è più divertente da vedere. Sinner è talmente scontato che vinca, che quasi non ti emoziona. A me piaceva Fognini".
L'amore è un altro tema forte.
"Quando iniziai a frequentare Francesco, un medico, un giornale titolò: La Quario è innamorata e per questo cade sempre. Ai miei tempi era più complicato telefonarsi o vedersi e per questo finivi per concentrarti più su quello e meno sulle gare. Sta di fatto che la mia miglior stagione è stata quella in cui non ho avuto nessun legame. Ma non è così per tutti: Fede sta andando forte pur essendo fidanzata".
Il ballo tra le poche cose che non avete in comune con Fede.
"Lei è bravissima, io sono negata. Sono felice che non abbia preso da me!".
Struggente il ricordo di Leonardo David, prodigio morto quarant'anni fa. Ma sugli sci si perde la vita ancora e la sicurezza è tornata un tema d'attualità.
"Leo era un mio amico. Se gli avessero fatto una tac dopo la caduta a Cortina, sarebbe ancora qua. Riguardo agli infortuni, ai miei tempi con un crociato rotto avevi finito la carriera. La scienza per fortuna ha fatto progressi. La sicurezza? Oggi si va troppo forte e gli sci sono troppo aggressivi, prestanti".
Da mamma, quanto è orgogliosa del sodalizio vincente tra Federica e Davide?
"Io ne parlo tanto perché l'arrivo di Davide è stata veramente una delle svolte della carriera di Fede".
La Federica che è cambiata, si è sublimata con la presenza della madre?
"Sì. Dopo anni in cui la seguivo come giornalista ora sono diventata mamma e basta. Magari questo ha permesso a Fede di vivere il rapporto con me più serenamente. Di recente mi ha detto: Se farò un libro, lo scriverai tu mamma".
Ha ringraziato Il Giornale, l'unico quotidiano per cui ha collaborato.
"Mia mamma dalla prima copia del 1974 non se n'è mai persa una. Era proprio innamorata di Montanelli. È rimasta un'assidua lettrice fino agli ultimi mesi della sua vita. E quindi a me era venuto naturale andare a chiedere al Giornale se poteva interessare una collaborazione".
L'articolo più bello?
"Quelli su mia figlia: mi venivano proprio dal cuore. Ne ho scritto uno alla vigilia dell'Olimpiade di Vancouver secondo me bellissimo. Era una lettera nella quale le facevo tutte le raccomandazioni".
E dunque, la rivedremo Fede ai Giochi?
"Il suo infortunio è stato uno
shock. Chi l'ha operata, ha detto che Fede finora ha fatto un miracolo. Io la vedo molto determinata nel provarci per Cortina. Sta lavorando come una che quando decide una cosa e ha un obiettivo, dà tutto quello che ha".