Gattuso torna a ringhiare. Duro, rognoso, furioso. Ne ha per tutti il tecnico del Milan. Si comincia dai due giorni di riposo alla squadra che ha deciso di far saltare in settimana. «Non sarebbe stato corretto lasciare la squadra libera due giorni, e comunque avevo anch'io un biglietto già comprato per la Spagna. L'ho strappato, e vi assicuro che a mia moglie non ha fatto piacere. A qualche giocatore la cosa è andata bene, ad altri no, ma me ne frego». Tutti nel mirino, anche la società. «Era il minimo che anche la dirigenza restasse qui, è giusto che tutti siano consapevoli del momento. Io mi gioco il posto, ma tutti si giocano qualcosa».
A pesare per Gattuso è il momento delicato della squadra i cui risultati stanno mettendo in discussione la qualificazione alle prossime coppe europee. Ma l'ambiente non è sereno. «Per me la priorità più grande è la squadra. Però è ovvio che se si pensa di continuare sempre così diventa molto difficile». E così Gattuso, resta Ringhio. «Sono 40 giorni che non vinciamo, non posso venire qui a raccontare barzellette. Abbiamo perso col Benevento, negli ultimi anni il Milan ha perso con tante neopromosse, ecco perché sono incazzoso.
Ed ecco cosa intendo quando parlo di mentalità. Non voglio sentire parlare di giocatori arrabbiati per il riposo saltato», ha detto ancora il tecnico che però ha anche la ricetta già dalla gara col Bologna: «Lavorare tutti insieme: ecco cosa manca».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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