
C'è un faro che sta illuminando l'attraversamento del deserto da parte dell'ultimo Milan. Ed è quello acceso dal talento immenso geometrico e fisico di Luka Modric, 40 anni e non sentirli, capace non solo di illuminare gioco ma anche di concludere (come già fece contro la Cremonese, paratona di Audero) e di fissare il primo successo domestico di Max Allegri. "Luka è un campione che capisce un minuto prima dove finisce il pallone" spiega il tecnico in modo talmente didascalico da renderlo usufruibile anche a chi di calcio sa poco, tipo gli autori di commenti ironici sulla sua età spariti dalla circolazione nelle ultime ore. Al pari di coloro che, avendo scarsa conoscenza della materia, classificano l'1 a 0 sul Bologna di corto muso invece di soffermarsi sui tiri subiti dalla difesa rossonera (zero) e sull'unico rischio corso (primo tempo da una rimessa laterale sbavata). Se c'è questa luce abbagliante, non si possono dimenticare i guai finiti sulle spalle del Milan per via degli infortuni di Maignan e Pavlovic (escluse lesioni). Per il portiere si tratta dell'ennesima lesione al polpaccio destro (avvenuta durante un skit in partita, non per una parata o un rilancio): procurerà una sosta prolungata e ci sarà spazio non solo per Terracciano entrato già con grande serenità ma anche per la giovane promessa (a Milanello lo chiamano il nuovo Donnarumma) del vivaio rossonero Torriani. Da oggi sarà richiamato da Milan futuro per diventare il vice in panchina e magari debuttare in coppa Italia contro il Lecce quale battesimo del fuoco. Da ricordare che in estate è arrivata una richiesta dalla Francia (Fonseca l'ispiratore) a cui il Milan ha detto no, per fortuna.
Le dimensioni degli errori ripetuti (ai danni del Milan) di Marcenaro arbitro e di Fabbri varista - fermati dal designatore Rocchi dopo il rigore tolto ai rossoneri domenica sera - sono stati tali da rendere inevitabile l'intervento del presidente federale Gabriele Gravina che sull'argomento non ha usato mezze misure: "Si tratta di un grave errore ma non torneremo indietro sulla tecnologia!". Giusto. Ma il problema non è la tecnologia che resta un salvacondotto per il calcio ma l'utilizzo che ne fanno gli uomini. Con un'aggravante: non tutti gli arbitri sono capaci di fare i varisti. Fabbri è uno di questi. Già discusso come arbitro (Inter-Verona manata di Bastoni), come varista è riuscito a fare peggio.
E la reazione di Allegri si spiega così: già a Lecce ha colto qualche segnale di bassa considerazione arbitrale, col Bologna ha avuto la conferma. E si è tolto la giacca ma non per partecipare al club di Caressa su Sky Sport!