
Matera Viene dal paese delle favole e Mads Pedersen (nella foto) ne scrive una nuova: è la terza. Terza vittoria in questo Giro, la prima in maglia rosa. La voleva, l'ha voluta e l'ha ottenuta con una condotta di gara pazzesca.
Vince quando molti pensano che abbia perso. Vince nel momento in cui il danese si sfila e si lascia scivolare indietro, cercando di controllare la caduta, regolandola con acume tattico: quando si dice correre con la testa e non solo con le gambe. Che Pedersen sia un corridore di categoria lo sapevamo e ieri lo abbiamo visto ad occhio nudo. Lezione pratica di tattica di ciclismo. Gestione dello sforzo e degli stati di crisi da manuale: a due chilometri sembra al gancio, all'ultimo km risale, ritorna sulla ruota di uno strepitoso Vacek e trova la forza di imporsi allo sprint respingendo l'assalto di un fenomenale Edoardo Zambanini: grazie al trentino di Riva del Garda è il primo podio azzurro in un Giro fin qui avaro di soddisfazioni. «Questa vittoria è semplicemente pazzesca - ha spiegato in conferenza stampa il danese in rosa da quattro giorni -. Hanno fatto di tutto per staccarmi, ma non ce l'hanno fatta». Tosto come pochi Pedersen, il campione del mondo 2019. Nei giorni scorsi aveva raccontato di aver svoltato grazie a una strana bibita: un concentrato di limone e broccoli, molti broccoli. Sui suoi gusti ci asteniamo, sulla resa di tale pozione magica restiamo semplicemente ammaliati.
Ciclista vecchio stampo, nonostante i suoi 29 anni. Vince il mondiale e da allora non ha più rivisto la gara. «L'importante è averla vinta, cosa c'è da rivedere: so come è andata a finire», dice.
E sulla maglia rosa: «Sognavo di vestirla, almeno una volta, sono il primo danese ad esserci riuscito - ha detto -. Darò tutto per tenerla, anche se il mio vero obiettivo è vincere il più possibile».In questo Giro è già a quota tre. Una favola.
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