C'è un gran premio parallelo a quelli che si organizzano in pista. È una gara che si corre sui social, gli autodromi più frequentati dai giovanissimi, i canali più sfruttati per attirare nuovi tifosi e nuovi sponsor. La Generazione Z non ha mai visto una Ferrari campione del mondo, ma può imparare ad amarla anche se non vince. La storia ha il suo peso e il suo fascino e quella della Ferrari è impareggiabile. Ma il lavoro fatto sui social serve eccome. Se ne è accorta la stessa Formula 1 che sta sfruttando i canali come mai aveva fatto in precedenza. Là dove una volta giocavano soprattutto gli sport americani, con la Nba a farla da regina (55 milioni di followers su Instagram; quasi 33 milioni su Twitter e 16,3 iscritti sul canale YouTube), oggi comincia a muoversi con una certa costanza anche la Formula 1. D'altra parte Stefano Domenicali ha sempre sostenuto che per andare incontro ai giovani vanno usati i canali che loro frequentano e che non sono necessariamente quelli televisivi.
Oggi la Formula 1 trasmette gli Highlights dei Gran premi su YouTube dove quelli del Bahrain hanno raccolto tre milioni di visualizzazioni nelle 24 ore successive alla gara. Tenete conto che da noi Sky Sport ha totalizzato 1 milione e 510 spettatori medi per la diretta e sfiorato i 7 milioni con le varie differite (per abbonati o free su TV8). Il dato social è destinato a crescere anche per il lavoro che in parallelo viene fatto: 12,4 milioni di followers su Instagram e 5,3 su Twitter. I social sono diventati uno strumento di propaganda e anche i piloti e le scuderie hanno cominciato a muoversi in quella direzione. Il re indiscusso, proprio come in pista, è Lewis Hamilton che ha 21,7 milioni di followers su Instagram e 6,2 su Twitter. Un suo post può valere anche 60 mila dollari. Nulla se lo paragoniamo a Cristiano (273 milioni) che con un post decretare la fortuna di un brand.
La battaglia social tra le scuderie vede un testa a testa Mercedes (6,5 milioni su Instagram) e Ferrari (6,1). La Scuderia Ferrari era in testa fino alla fine del 2019 (4,4 milioni contro 3,9), l'anno scorso è stata sorpassata e allora ha cominciato a chiedersi il perché. Quando gli autodromi erano frequentati in giro si vedevano solo bandiere con il Cavallino, possibile che poi sui social la situazione si sia ribaltata? Solo il 5,2% del contenuto organico cioè non spinto da nessun supporto di marketing raggiunge l'audience stimata (followers reali e potenziali). Scuderia Ferrari nel 2020 ha avuto una media del 10,8%, senza fare alcun investimento, pratica che invece Mercedes, McLaren e Red Bull sembrano adottare da un paio di stagioni. Nulla di scorretto, anzi, solo una differente scelta strategica. Ferrari ha preferito non farla, il che significa nei fatti che l'audience della Scuderia è più realistico. Durante il weekend del Bahrain la Ferrari ha aumentato di 80,5 K i suoi followers, un risultato migliore di quello record ottenuto lo scorso anno in occasione del millesimo Gp. I fans hanno apprezzato molto la partecipazione attiva dei piloti alle attività social e l'interazione sui tre canali principali ha superato i 4 milioni.
E comunque non vincere da anni, ma tenere testa a chi domina in pista almeno sui social è un buon segnale. Certo, tanto amore dei tifosi (o dei followers) andrebbe ricambiato anche in pista. Dove un sorriso o una strizzata d'occhio non bastano.
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