I "Fefè boys" conquistano il secondo titolo di fila ed entrano nella storia

Bulgaria ko. Due settimane dopo il trionfo delle ragazze di Velasco, ecco i ragazzi di De Giorgi. Favola Anzani

I "Fefè boys" conquistano il secondo titolo di fila ed entrano nella storia
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Italiani: popolo di poeti, santi, navigatori e pallavolisti. Due settimane dopo l'oro al Mondiale femminile l'Italia si conferma al centro del mondo, con la Nazionale maschile che si prende la corona iridata per la seconda volta di fila, la quinta nella storia.

Meglio di noi soltanto l'Unione Sovietica ma, senza scomodare reperti di un passato che non c'è più, quella azzurra è la miglior nazionale del volley moderno.

Il 3-1 alla Bulgaria (25-21, 25-17, 17-25, 25-10) è il trionfo di un gruppo davvero speciale, come lo ha più volte definito De Giorgi, demiurgo prima ancora che commissario tecnico nel plasmare un collettivo in cui interpreti vecchi e nuovi si amalgamano in un'armonia vincente. I nostri cinque Mondiali portano tutti la firma di Fefé: tre da giocatore, due da tecnico. Con lui e Velasco non abbiamo due allenatori, ma due autentici monumenti sulle panchine delle nostre nazionali.

La giovanissima Bulgaria (età media più bassa del torneo per la squadra allenata da Gianlorenzo Blengini) è rimasta aggrappata al sogno grazie al talento di Aleksandar Nikolov, il maggiore dei due fratelli e figli d'arte che ha chiuso con 23 punti. L'Italvolley, come spesso è accaduto a partire dagli ottavi, ha però ribaltato tutti o quasi i momenti delicati del match, affidandosi a un servizio mortifero. Il turno in battuta di Bottolo ha capovolto l'inerzia del primo set, una serie mitologica di cinque ace consecutivi di Romanò (migliore degli azzurri con 22 punti) ha indirizzato il secondo set.

Dopo il passaggio a vuoto del terzo parziale ci ha pensato ancora Bottolo a mettere la firma in calce sulla medaglia d'oro, con un'altra serie irresistibile dai nove metri che ha definitivamente sgretolato la resistenza bulgara. Non è un caso che uno dei volti di questo Mondiale sia proprio il giocatore chiamato a sostituire Daniele Lavia, rimasto a casa infortunato e omaggiato da capitan Giannelli con la sua maglia numero 15 sul palco delle premiazioni.

In mezzo all'uragano Bottolo, in un finale da film, la scena se l'è presa Simone Anzani, senatore del gruppo che ha rischiato di dare addio al volley per un problema cardiaco che lo ha escluso dall'Europeo e dall'Olimpiade.

Il suo no col dito dopo il muro del 23-10 ha ricordato quello di Pertini nella finale Mundial '82.

Anche stavolta non ci hanno preso più, e l'ultimo pallone l'ha messo a terra proprio Anzani, prima delle lacrime di gioia della nuova Generazione di Fenomeni.

Mattarella li aspetta al Quirinale l'8 ottobre, insieme alle ragazze di Velasco, per celebrare la grandezza della nostra pallavolo. La migliore al mondo.

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