Suvvia, per una volta meglio evitar che resti il boccone sullo stomaco ai tifosi dell'Inter: ne hanno già provati in tutte le salse. Oggi non c'è alternativa: vinci o vinci. E che dire degli usi e costumi dei tifosi milanisti? Una volta brindavano a champagne. Ora non sanno neppure quanto valga la gazzosa. Inutile rotear i sogni come la muleta che inganna il toro. Meglio toccar con mano quanto vale la squadra, non tanto quanto valga il pacchetto azionario o il portafoglio del suo poco conosciuto padrone.
E che, in questa domenica, ci sia di mezzo la Lazio è solo un segno del destino. Come dire: prendi Biglia e ora giocati la faccia. Milan più forte, Lazio indebolita, suggerisce la facile equazione. Non a caso la cronaca ricorda che nell'ultimo LazioMilan, finito 1-1, l'argentino segnò su calcio di rigore e Suso firmò il pareggio.
Si riparte così, pioggia permettendo. Il campionato non aspetta più. Due giornate sono servite per toglier ruggine e aggiustare il tiro. La nazionale ha spiegato quanto vale il nostro calcio: illusi dai giochi di cortile e dalla mania di grandeur a prescindere, neppure fossimo francesi. Per capire qualcosa, basta dare un'occhiata all'impiego di due giocatori che dovrebbero essere il leccalecca dei tifosi milanisti: Suso (Spagna) ha visto una partita dalla tribuna e l'altra dalla panchina, Kalinic (Croazia) ha giocato uno spicciolo di tempo e nell'altra è stato sostituito dopo 60 minuti.
Ora toccherà alle coppe europee dirci di più: anche sul Napoli. Ma almeno una certezza non puo' sfuggire: questo è l'anno, non c'è più alibi che tenga. Tocca a Inter, Milan e Napoli dimostrare che non esiste solo la Juve. La Roma ci ha provato negli anni passati: non ce l'ha fatta. Nella ruvidezza verbale non ha torto Raiola: o Sarri concretizza quest'anno o è meglio che lasci il club. Non è più accettabile parlare di fatturati e continuare a gingillarsi con il bel gioco e niente più dal punto di vista dei risultati. Leggi campionato o coppe europee. Partecipare alla Champions è optional importante, non il risultato.
Negli ultimi sei anni è stato ripetuto, neppur si recitasse un rosario, che la Juve è più forte. Tranquilli! Ci toccherà la medesima litania. Ma Inter e Milan avranno una chance in più e una scusa in meno. L'Inter era già forte l'anno passato, a dispetto del conteggio punti-distacco inanellato da Spalletti, allenatore con la parola furba. Sembra di risentire Antonio Conte quando voleva fare il giro del pavone per illustrare i suoi risultati. L'Inter dell'estate non è stata superlativa nel mercato, ma nell'autunno-inverno-primavera ha tutte le possibilità per giocarsela alle spalle della Juve: basta legger i nomi della rosa (difesa centrale a parte). Il Milan è stato smontato e ricostruito: più difficile ingranare subito marce alte.
Ma sono troppi anni che le milanesi godono di alibi più o meno credibili. Hanno costruito due squadre decenti? Pare di sì. Ebbene lo dimostrino. E il Napoli che, invece, non si è rinforzato, dimostri che è scelta giusta: altrimenti avrà fallito una filosofia, più che una campagna acquisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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