
Se il capo del calcio italiano ha l'incubo di non andare al mondiale siamo messi davvero male. Lo ha confessato Gravina Gabriele che, per togliersi dal sogno spaventoso, ha telefonato a Rino Gattuso nel ruolo di psicoterapeuta oltre che di commissario tecnico. Ricevuta la rassicurazione di campo e di spogliatoio, il cielo è tornato azzurro. La preoccupazione è comunque evidente, non tanto per la cifra dell'avversario, l'Estonia prima e l'Israele dopo, ma per il clima che accompagnerà questa settimana di attesa, un vortice di parole, un vociare continuo di proposte, denunce, inviti, ricatti, manifestazioni, perché la partita di Udine con la nazionale israeliana può essere davvero decisiva per la nostra qualificazione ma nessuno può sapere in quale ambiente verrà disputata, le premesse suggeriscono prudenza massima, gli ultimi momenti della partita di andata, a Debrecen, portarono scorie acide. Intanto la nazionale di Ran Ben Shimon giocherà sabato a Oslo contro la Norvegia e il problema principale della capolista del girone sarà l'assenza del capitano Odegaard, la fascia andrà al braccio di Haaland, non altro sull'avversario, nessun fermento, almeno per il momento. Da noi, invece, la fibrillazione è destinata ad aumentare, i guai di formazione per Gattuso sembrano un argomento a parte, un asterisco rispetto all'aspetto politico, Gravina è stato chiaro, si gioca e basta, ribadendo il pensiero di Infantino, lo sport ad unire ciò che la cronaca purtroppo contrappone in modo brutale. Il campo dovrà scegliere la seconda squadra della classifica, la trasferta di Tallinn, nello stadio A.
Le Coq, non può rappresentare un assillo, a meno di infortuni e imprevisti ma è sempre preferibile scegliere le mezze luci. Contro l'Estonia Gattuso ha fatto il suo esordio di ct con un risultato e una prestazione positivi, di squadra e di gioco. Poi si penserà a Udine, sempre che al presidente Gravina non tornino sogni di paura.