C ancelliamo, una volta per tutte, il luogo comune che solo noi latini andiamo alla ricerca di gherminelle varie per arrivare al successo attraverso scorciatoie di ogni tipo. Gli svedesi si comportano alla stessa stregua, forse peggio. Indimenticabile il biscotto con la Danimarca che fece piangere l'Italia di Trapattoni nell'Europeo del 2004. C'è il doping farmaceutico, c'è quello amministrativo, c'è anche quello psicologico. E, a quest'ultimo espediente, si sono aggrappati i nostri avversari di ieri con lo scopo sottile di provocare Chiellini e magari costringere la nostra squadra a giocare uno scampolo di partita con un uomo in meno. La manfrina ha avuto inizio con una dichiarazione di Ekdal, una specie di capocciata mediatica, che ha dato della bestia al difensore bianconero. Così, gratuitamente.
Riascoltiamolo: «Fuori dal campo è una persona eccezionale, dentro si trasforma, diventa un altro, si comporta come un animale. Gli piace fare scena, influenzare gli arbitri, marcare duro. Anche un cascatore. Classica roba italiana». Per nostra fortuna ce lo siamo tolto dai piedi dopo averlo foraggiato nella sua lunga militanza in Italia, prima con la Juventus, poi a Siena, Bologna e Cagliari. Alla faccia del fair-play e della gratitudine. Ma è tutta farina del suo sacco? O qualcuno ha imboccato il bambinone di Stoccolma? Come spiegarsi, altrimenti, questa alzata d'ingegno contro l'ex compagno di squadra nella parentesi torinese? Nel corso della partita Guidetti ha proseguito l'opera scontrandosi con lui e finendo a terra come colpito da un pugno di Tyson. Ridicolo. L'arbitro, l'ungherese Kassai, ha fatto spallucce.
Vi raccomando poi il comportamento di molti spettatori scandinavi nei confronti del nostro difensore che ha avuto la forza mentale di non rispondere ad alcuna provocazione, cancellare Ibra senza rudezze e chiudere l'incontro con il voto più alto.Piuttosto Ekdal si domandi perché la sua nazionale non è riuscita a calciare una sola volta in porta in due partite. Con l'Irlanda il pareggio è maturato su autorete. Questa sì un'impresa.
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