Julio Cesar e Vaslui, notte da brividi per l'Inter

Il portiere saluta i tifosi parlando in mezzo al campo. Come con l'Hajduk ritorno da incubo per i nerazzurri in Europa League. Sotto due volte e in 10, la rimonta con Palacio e Guarin

Julio Cesar e Vaslui, notte da brividi per l'Inter

Ha messo qualche brivido il Vaslui, ha messo qualche brivido Julio Cesar. Era lì con i bambini, il microfono in mano. In mezzo al cerchio del suo campo e diceva delle cose: «Sono arrivato qui e speravo di vincere. Ho vinto tutto, subito fin dalla prima stagione è arrivato lo scudetto perché non è stata colpa nostra se qualcuno ha sbagliato. Ho vinto tutto quello che si poteva vincere, sette anni meravigliosi. Grazie». Applausi, giro di campo, cori, Julio alla fine se ne è andato senza fare troppo rumore e senza sbattere la porta, poi vediamo quando arriverà in Inghilterra, non sembra il tipo, in sette stagioni mai una volta polemico mai una frase fuori registro.

L'Inter invece è riuscita a tenere svegli anche ieri sera, tanto bella fuori tanto brutta a San Siro al punto che qualcuno si augurava uscisse da questa stupida coppa giusto per porre fine a quell'assurda prestazione. Stramaccioni ha dovuto mettere dentro qualcuno che con il resto del gruppo ha poche cose in comune. E si è visto subito che c'era poco gioco e soprattutto poca roba da mettere in vetrina. Cassano no, il barese si è messo subito a giocare e le uniche cose belle sono venute fuori da lui, una punizione calciata alla perfezione per Samuel che ha colpito la traversa al 13' e poi uno scambio con Coutinho, con deviazione in angolo di Straton. Due cose belle, fine. I romeni intanto avevano sorpreso la difesa interista sulla sua sinistra e Antal era riuscito a mettere in area piccola una palla deliziosa per il disattento Sburlea, in ritardo, sorpreso quanto Silvestre. L'Inter ha finto che non fosse successo niente, ha continuato con la leggerezza di Coutinho a spostare la palla in avanti con Cassano abbastanza avvilito dal gioco e dai compagni. Alla mezz'ora la partita più inutile di questo agosto è diventata un piccolo incubo, si è materializzato l'identico fantasma dell'Hajduk. Era successo che l'ottimo Liviu Antal, l'unico ad aver giocato in Champions, è sfuggito al suo marcatore e si è presentato in area solo davanti all'incolpevole Castellazzi che lo ha travolto senza riguardo. Rigore e cartellino rosso. A quel punto le cose non si stavano mettendo bene e Stanciu dagli undici metri ha spiegato il motivo: romeni in vantaggio con Belec in porta, Cassano sacrificato e squadra in dieci.

In realtà il Vaslui ci ha creduto fino in fondo, anche dopo la bella rete di Palacio su iniziativa di Coutinho e ha colto il secondo vantaggio con Varela da calcio d'angolo e uscita maldestra di Belec. Poi non ha mollato mai un pallone. Intanto Stramaccioni era stato costretto a mettere dentro prima Guarin e poi Ranocchia, squadra in sofferenza, squadra capace di vincere su qualunque campo e prendere paura e magari perdere sul proprio con Hajduk e Vaslui.

Palacio ha avuto sui piedi la palla del 2-2, l'ha mancata ma quando ormai mancavano pochi minuti allo scadere ci ha pensato un incredibile gol di Guarin. Aspettiamoci altri deliri simili in Europa League, l'Inter si è qualificata per la fase a gironi.

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