La sfida degli impronunciabili la vince Kvara che mette paura a San Siro come pochi altri con la maglia del Napoli negli ultimi anni. Altro che le pallide esibizioni di Insigne. Kvaratskhelia, più semplicemente Kvara e De Ketelaere, d'ora in avanti CDK. Milan e Napoli orfani di Leao e Osimhen affidano il loro attacco alle giocate di questi due ragazzi nati nell'anno di grazia 2001, a distanza di ventisei giorni l'uno dall'altro. Il georgiano è di febbraio, il belga di marzo. Per quello che è stato già designato come l'erede di Kakà ma non ha ancora segnato, la partita scorre via nelle sue zolle, si fa apprezzare per un paio di contrasti, che aggiungono quantità alla qualità, quella che porta alla migliore occasione da gol del Milan nel primo tempo. Invece sono bastate sei giornate all'erede di Lorenzo Insigne per diventare lo spauracchio del campionato, non è un caso che ogni volta che un rossonero lo argina, San Siro esulti come per un gol fatto: con le buone o con le cattive come nel caso di Kjaer, duro, e Calabria, aggrappato: entrambi ammoniti e tenuti nello spogliatoio da Pioli dopo l'intervallo. Cambi vani, perché Dest dopo 5' calcia goffamente Kvara rimediando rigore e giallo. Trasformato dall'altro di Spalletti, quel Politano che aveva già sfiorato il gol nel primo tempo e che esulta con le mani alle orecchie in risposta agli insulti rossoneri per poi uscire in lacrime per un brutto colpo.
Da Insigne-Callejon a Kvara-Politano, il Napoli vola sempre sulle ali. CDK si spegne e dopo il botta e risposta Giroud e Simeone, lascia la scena a Kvara con una domanda: perché Kaladze non l'ha suggerito all'amico Maldini?
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