Per l'"aereo" Italia è il momento di decollare

Ct e squadra carichi ma urge il salto di qualità. E la svolta può passare da Scamacca

Per l'"aereo" Italia è il momento di decollare
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Luciano Spalletti ne è convinto: «Abbiamo qualità per giocare meglio di così». Spesso quando è arrivato il momento del dentro o fuori - traguardo raggiunto dall'Italia per la quinta volta di fila in un Europeo -, la storia della nazionale è cambiata: siamo cresciuti dopo un inizio difficile e sempre con un calciatore che ha segnato la svolta.

Da Paolo Rossi, eroe nel Mundial 1982 dopo una prima fase da brividi senza nemmeno una vittoria, a Roberto Baggio che ci fece scendere dall'aereo agli ottavi del Mondiale americano dodici anni più tardi. L'ultimo in ordine di tempo è stato Federico Chiesa, uno dei quei giocatori di qualità menzionati dal Ct. Euro 2021 lo iniziò da riserva, una maglia da titolare solo con il Galles (gara inutile per la qualificazione), poi l'ingresso a pochi minuti dai supplementari con l'Austria e il primo gol che aprì la strada al successo sofferto. Decollo definitivo con la rete alla Spagna e la straripante finale di Wembley. In Germania quel decollo non è ancora arrivato. Sprazzi di belle giocate contro l'Albania nei primi 70 minuti (che gli sono valsi il premio di Mvp dell'Uefa), poca incisività e scarso aiuto a Di Lorenzo nella notte da incubo contro la Spagna, qualche «vampata» come la definirebbe il Ct (vedi il cross in area per Scamacca) nella prima gara in cui è partito dalla panchina contro la Croazia, la 50ª in azzurro.

Il modulo del «patto», il 3-5-2, potrebbe penalizzarlo costringendolo a un lavoro a tutta fascia o ad attaccare al centro, cosa che lui non ama. In pratica sarebbe sacrificato agli equilibri della squadra. Il 3-4-2-1 sarebbe un vestito migliore per il talento della Juve reduce da una stagione con più ombre che luci ma che all'Europeo vuole il riscatto. Le prove anti Svizzera di Spalletti stanno andando verso quest'ultima soluzione: il torinista Buongiorno potrebbe aver superato nelle gerarchie Mancini nel ruolo di centrale difensivo al posto dello squalificato Calafiori, Fagioli chiede spazio all'esperto Jorginho, è aperto il ballottaggio davanti tra Scamacca e Retegui, con il primo che dovrebbe riprendersi il posto avendo maggiori potenzialità da crack. Con Zaccagni che da esterno sinistro naturale, ama più il 4-3-3 o il 4-2-3-1, ma con la Lazio di Tudor ha giocato con l'assetto che ora Spalletti sta testando.

«La nostra retroguardia sarà all'altezza della tradizione e il mio punto di forza è proprio la fase difensiva, anche se con il Ct sto lavorando molto anche sul possesso palla - così il granata -. Le gare già giocate in azzurro mi danno consapevolezza. E Spalletti mi ha stupito per come riesce a farti crescere individualmente oltre che a livello di collettivo. Il tabellone, poi, potrebbe sorridere all'Italia». Certo, se non ci fosse stato quel gol di Zaccagni al 98' a Lipsia («l'ho vissuto come una liberazione», così il presidente Figc Gravina) avremmo vissuto due giorni di fervente attesa per poi ritrovarci fuori dall'Europeo. «Sono stati giorni intensi per me, ovviamente non pensavamo che servisse per forza il pari ma per fortuna è arrivato - ha detto il giocatore della Lazio -. Abbiamo sempre saputo che la nazionale spesso soffre per poi venire fuori nei momenti che contano.

La Svizzera mi è piaciuta particolarmente come l'Austria, le squadre meno blasonate stanno mettendo in difficoltà le grandi». Oggi allenamento a Iserlohn e poi tutti a Berlino per la vigilia di una possibile nuova svolta azzurra.

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