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L'ammonizione più assurda della storia del calcio

Nel 1995 Gazza si rese protagonista di un gesto comico ai danni dell'arbitro Dougie Smith, che sfortunatamente difettava d'umorismo

Gazza ammonisce l'arbitro Dougie Smith
Gazza ammonisce l'arbitro Dougie Smith

Il 30 dicembre del 1995 il cielo sopra Glasgow è una cortina di piombo e la temperatura farebbe nidificare con disinvoltura coppie occasionali di pinguini imperatori. Questa però non è certo una notizia. Frugando in giro, ci si trovasse dalle parti di Ibrox, verrebbe da pensare che magari può essere quel contenitore lì – che tiene premuti al suo interno delicati sogni sportivi – a passarci uno di quei cubitali titoli da tabloid.

A dire il vero, anche in questo caso, le questioni calcistiche scozzesi non destano eccessivo calore. Sì, i Rangers corrono per l’ennesimo titolo e devono spingere dietro i sempiterni rivali del Celtic e l’arrembante Hibernian, arrivato fino a qui per tentare di grattare via almeno un punticino. Non sanno, gli sprovveduti ospiti, che verranno soverchiati: finirà in disfatta, anzi in mattanza. Al novantesimo il tabellone luminoso reciterà un punteggio terrificante. Sette a zero Gers. Gruppetto delle pretendenti al trono di Scozia sfoltito con il tatto discutibile di una tribù dell’Amazzonia centrale.

Certo, il confronto impari è destinato a popolare tagli e colonne, ma servirebbe qualcosa di più succoso. Gli scribi che hanno nidificato in tribuna – loro meno acclimatati rispetto ai volatili acquatici di cui sopra – sfregano nuche e rosicchiano penne. Poi il lampo, inatteso, arriva a sbrogliare il dilemma direttamente dal campo.

Sull’erba verdeggiante ondeggia uno dei massimi cantori dell’irriverenza applicata al gioco del pallone. Il genio, diceva il Perozzi, è fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione. Paul Gascoigne non ha mai recitato in “Amici miei”, ma comunque possiede una laurea ad honorem in queste caratteristiche. Anzi, cronicamente ineffabile, quanto a colpi di testa è direttamente uno da abbraccio accademico.
Il titolo dunque è dietro l’angolo. Succede che ad un certo punto l’arbitro, l’ingessatissimo Dougie Smith - uno con il senso dell’humor di un mitile trascinato nel mare del Nord dalle correnti – si lasci sfuggire il cartellino giallo in uno dei rarissimi momenti di concitazione nel match. Gazza, che è nei paraggi, non si lascia sfuggire l’occasione. Del resto gli artisti rispondo ad impulsi primordiali, segnali intangibili alle persone comuni. Quando il segnale arriva, devi assecondarlo.

Così il cartellino giace a terra. Prima che Dougie se ne accorga Paul l’ha già raccolto e, sfoderando un sorriso alquanto sguaiato, lo sventola con decisione di fronte allo stesso arbitro, per ammonirlo scherzosamente. Un funny joke concepito nel tempo di un amen. Solo che Smith, si diceva, difetta di senso dell’umorismo: una volta recuperato il cartellino ammonisce a sua volta Gascoigne, che comunque se la ride, anche se la questioncella gli costerà l’old firm contro il Celtic.

I giornali hanno finalmente il loro titolo. Una storia spassosa che buca la cortina di noia di una partita a senso unico.

Gazza invece ha ottenuto qualcosa di molto più importante: l’ammonizione più assurda della storia, che lo rende imperituro ero contromano.

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