
Un destro fuori di Icardi, un sinistro di Dodò, una conclusione di D'Ambrosio, e tre gol della Fiorentina.
Si può essere anche generosi, capire la pressione, rispettare il lavoro degli altri, concedere le attenuanti generiche, e poi anche evitare paragoni con la stagione scorsa dove qui l'Inter vinse 2-1. Però il feeling nasce con i risultati, altrimenti i giudizi sono unanimi, Thohir deluso e silenzioso, Ausilio critico e amareggiato, tifoseria in subbuglio che non tarderà a chiedere giustizia. La stampa registra, non c'è nessuna prevenzione, magari dell'ironia malcolta, ma i primi commenti arrivano dall'alto e sono pesanti. Dopo 19' di gioco, la Fiorentina che al Franchi non aveva ancora segnato, era sopra di due gol e continuava a venire avanti, Babacar come Ibarbo anzi meglio perché è il senegalese ad aprire le marcature con un esterno destro che s'infila all'incrocio di destra di Handanovic, con Vidic e Juan Jesus che cadono nella rete come due tinche, una finta e via. Reazione invisibile, dopo 12' Cuadrado, sul quale si sono alternati e accaniti un po' tutti, sempre dalla distanza ha fatto partire un destro potente e preciso, ancora Handanovic in tuffo, ancora palla in rete.
Prime note alla rinfusa: M'Vila incredibilmente lento, Medel sbilanciato in avanti, Kovacic etereo, punte isolate, idee zero, lanci a nessuno, uno-due scolastici, cross dalle fasce imprecisi. La Fiorentina dietro è molto organizzata ma è soprattutto in mezzo che domina, padrona assoluta nel palleggio, al 45' un altro destro di Babacar è respinto di piede da Handanovic, l'Inter non riesce a costruire, non ha la forza di vincere qualche duello, non trova varchi, l'unica sensazione che dà è quella di improvvisare mentre Babacar, come trova spazio, legna in porta.
Mazzarri dopo poco meno di un quarto d'ora della ripresa prende le contromisure, fuori Ranocchia ammonito, dentro Hernanes, la difesa passa a quattro. Ora, con tutto il bene del mondo, ci siamo sentiti ripetere che la difesa a quattro l'Inter non poteva farla perché non si è mai trovato il tempo di prepararla come si deve. Con il Cagliari, e la squadra ridotta in dieci, è stata una emergenza, a Firenze invece come la si può definire, una mossa disperata?
Intanto Cuadrado in area e palla al piede si è fatto beffa di Vidic e Juan Jesus con l'aiuto di D'Ambrosio, è riuscito ugualmente a calciare e Handanovic si è salvato ancora con i piedi. A quel punto mancava circa mezz'ora e l'Inter stava cercando di giocarsi tutto, molto sbilanciata, sei o anche sette uomini dopo la riga di mezzo con risultati inapprezzabili perchè la palla era sempre fra i piedi dei viola. Al 22' fuori Dodò, visibilmente calato, e dentro Obi, ma non c'è furia, non c'è energia, come una macchina che magari ha anche un buon motore ma è come se stesse sempre parcheggiando. Alla mezz'ora entra Palacio, un attimo dopo percussione di Tomovic che s'infila senza nessuno che lo contrasti e scarica un destro che finisce alle spalle di Handanovic questa volta marmoreo. Un gol preso con la testa più che con i piedi.
Fragile e passiva, l'Inter ha finto di fare pressing ma ha rischiato il quarto gol, Juan Jesus si è sostituito ad Handanovic sulla riga di porta, segnale di una delle peggiori partenze del dopo Mourinho, tipo Gasperini. Ecco, in questo Mazzarri ha visto giusto, non facciamo paragoni scomodi, ma non per prevenzione, no, ma per i risultati, perché Josè vinceva.