L'errore di ADL Con Rino non ha trovato il pugno duro

L'errore di ADL Con Rino non ha trovato il pugno duro

Proviamo a indovinare il ragionamento fatto in privato da Aurelio De Laurentiis nel decidere di liquidare la stagione di Carlo Ancelotti e aprirne un'altra scegliendo Rino Gattuso per un'eredità scomoda e complicata da gestire. Ha pensato: Carlo è stato un signore nei modi, negli allenamenti e nei comportamenti con i calciatori, alcuni dei quali avrebbero meritato il pugno di ferro. Bene: adesso scegliamo come successore uno che è pronto a mostrare i denti aguzzi a chiunque dovesse sgarrare. Non a caso, nella breve presentazione, ha titolato Ringhio starr l'arrivo a Castel Volturno di Rino Gattuso che è stato Ringhio da calciatore, per l'interpretazione del ruolo, per certe esuberanze agonistiche che furono le sue vitamine in ogni snodo della carriera. Ma attenzione: il Gattuso allenatore non è più Ringhio calciatore perché ha preso visione, dopo l'indispensabile apprendistato, della diversità del ruolo e delle responsabilità. Un tempo doveva correre per Pirlo e Seedorf, soccorrere Oddo in difficoltà con CR7, prendere per la gola Lippi per intimargli di non lasciare la Nazionale campione del mondo. Adesso è un allenatore di 41 anni che deve costruirsi la seconda carriera e deve farlo con la testa, la furbizia classica dei calabresi, la generosità ricevuta in dono da una famiglia piena di regole e di tradizioni, applicando le proprie teorie calcistiche che sono state collaudate nei mesi difficili vissuti a Milanello. La prima dimostrazione plastica è la scelta del sistema di gioco: si ritorna al 4-3-3 classico che non è quello di Sarri, intendiamoci, perché non c'è Jorginho a produrre palleggio e lanci, ma ne ricalcherà il disegno geometrico per esaltare le caratteristiche migliori del gruppo. C'è da scommettere: Insigne tornerà nel trio d'attacco, Lozano farà l'esterno e con lo spogliatoio costruirà un rapporto di grande complicità. È stato così a Milanello nonostante la guerra fredda fattagli da Leonardo e Maldini.

Avrà tempo, probabilmente a gennaio, per migliorare lo stato fisico e per ottenere dal mercato qualche risorsa in più. Dalla risposta data sul possibile arrivo di Ibra, si coglie un messaggio in codice: renderà la vita dura a Boban e Maldini.

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