"Liegi nel segno del talento di Pogacar ma Remco è pronto a fargli un dispetto..."

L'oro olimpico e mondiale, Paolo Bettini: "Vincerla svoltò la mia carriera"

"Liegi nel segno del talento di Pogacar ma Remco è pronto a fargli un dispetto..."
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Lui, Paolo Bettini, alla Liegi è nato. Esattamente il 16 aprile del 2000, anno Santo: 6 ore e 28 minuti di corsa, per mettere tutti in fila, alla media di 40,769 km/h. Alle sue spalle, battuti allo sprint, il basco David Etxebarria e Davide Rebellin, quarto Wladimir Belli a 10.

«Fu la mia grande occasione ricorda oggi il 51enne campione toscano, oro di Atene e due volte mondiale -. Michele Bartoli, per il quale fino a quel momento avevo lavorato come suo uomo di fiducia, era fermo per infortunio e la squadra decise di puntare su di me. Paolo è la tua grande occasione mi dice quella mattina Serge Parsani -. Oggi fai tu la corsa. Non avevo altri compiti oltre a quello di provare a fare il meglio possibile. Provare a vincere: e vinsi. Fino a quel momento avevo ottenuto nove corse. Le più importanti? Una tappa al Tour di Romandia e una alla Tirreno Adriatico. La Liegi fu per me la svolta. Da quel momento in squadra assunsi un peso diverso. Non potevo più essere la spalla ideale di Bartoli, ma una degna alternativa, un'altra freccia che si andava ad aggiungere al magnifico arco di quella Mapei di campioni».

Quando si dice prende il treno che passa.

«Io ci sono salito al volo, senza perdere tempo».

Bartoli non la prese bene.

«Ma poi capì, al posto mio avrebbe fatto la stessa cosa».

Oggi si corre la doyenne numero 111, la decana delle classiche, sarà sfida tra Tadej Pogacar e Remco Evenepoel?

«È la più vecchia e secondo me anche la più esigente. È un vero tappone dolomitico, con oltre 4 mila metri di dislivello. Più corta rispetto a un anno fa, concentra le salite nella seconda parte dei suoi 252 chilometri: nei cento finali ci sono nove delle undici côtes previste, le più impegnative? La Redoute a 34 dall'arrivo e la Roche-aux-Faucons a 13: sarà sfida tra quei due là. Tadej è l'ultimo vincitore, ma Remco venderà cara la pelle. In materia di Liegi sono 2-2, e per me sono pari. Taddeo è fortissimo, ma Remco secondo me è più tattico, più lucido dello sloveno».

Pogacar, però, quest'anno ha fatto una primavera spaziale, salendo sempre sul podio: 3° alla Sanremo, 1° al Fiandre, 2° alla Roubaix corsa per la prima volta, 2° all'Amstel, 1° alla Freccia

«Il talento di Pogacar non si mette in discussione, è un vero prodigio, ma se le cose non gli vanno subito come vuole lui, perde lucidità. E io vedo Remco pronto per fargli il dispetto».

Non è che Evenepoel le piace di più perché si rivede in lui

«Morfologicamente potrebbe anche starci, ma Remco è più completo. Ha vinto una Vuelta, ha fatto 3° ad un Tour, io ho un oro olimpico, lui due».

Ci sarà spazio solo per loro?

«La Liegi è corsa per pochi, però ci sono corridori capaci di farsi valere, come Mattia Skjelmose, che all'Amstel se li è messi in tasca entrambi. Tiesj Benoot e Tom Pidcock sono valide alternative: li vedo bene entrambi».

E gli italiani?

«Davide Formolo mi è piaciuto un

sacco alla Freccia. La condizione c'è e spero che ci sia anche sulle côte della Liegi. E poi su questo traguardo ha già raccolto un secondo e un settimo posto».

Tv Rai Sport dalle 14,30 (Rai 2 dalle 15,15) e Eurosport 12,30.

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