
E adesso da ragazzino prodigio intriso di talento e simpatia e schiettezza ed amico di tutti, adesso Marc Marquez riceve ufficialmente dal motomondo la patente di pericolo pubblico. Succede nella sua Spagna, ad Aragon, dopo aver vinto il sesto Gran premio di questa sua stagione d'esordio in cui ha fatto vacillare certezze vecchie di oltre trent'anni. Era il 1978 quando tale Kenny Roberts sbarcò marziano fra i campioni, trionfando nel mondiale all'esordio. Ecco, ieri Marquez ha rifatto il marziano ma prima ha mandato su Marte il compagno in Honda, Daniel Pedrosa. Per di più, l'ha fatto nel giorno del compleanno del poveretto. Il che è mica bello. Fatto sta, giro 6, l'appena consacrato pericolo pubblico del motomondiale ha staccato praticamente addosso al compagno, con qualche parte del corpo, «credo il gomito» ammetterà lui, gli ha toccato un sensore posto sul forcellone posteriore et voilà... Daniel si è ritrovato senza traction control. Per cui dieci metri dopo, quando ha riaperto il gas, è stato sparato nella ionosfera. Per fortuna solo botte e contusioni al bacino e come regalo di compleanno niente fratture. Però tanta rabbia. Perché poteva vincere, perché è iellato («in effetti mi rendo conto di essere fortunato, io» ammetterà Marquez). Fatto sta, Pedrosa si è sfogato: «Marc guida molto al limite, Marc in passato è stato spesso aggressivo e non siamo mai riusciti a farlo smettere».
Frasi che spegneranno il sorriso sul viso di Marquez ben prima di venire a sapere dell'indagine avviata dalla direzione di gara per cui rischia sanzioni dal prossimo Gp. «Quel contatto è stato veramente piccolo» proverà a difendersi, «non potevo pensare che si fosse rotto un sensore, non succede mai una cosa simile e se poi Daniel giudica oltre il limite il mio modo di guidare, sappia che questo è il mio stile, che facendo così mi sento sicuro».
Punto. La verità è che il prodigio spagnolo ieri ha vinto battendo di moto Lorenzo che più di così, con la Yamaha, non poteva fare e dare. La prova è Vale Rossi, terzo ma a 13 secondi e soddisfatto così così («pensavo di fare di più ma ho scelto le gomme sbagliate...). La verità è che diverse volte Marc ha corso al limite e forse anche per questo sta entusiasmando tutti (vedi con Lorenzo a Jerez o Rossi a Laguna Seca). Però la verità più triste è che forse gli organizzatori, quando mancano 4 Gp al termine, meditano all'improvviso il pugno duro così, giusto per frenare un tantino il ragazzo. Chissà mai che con cento punti ancora in palio, i 39 che ha di vantaggio su Lorenzo sembrino meno una porta chiusa sul mondiale.
Però, se è così, hanno scelto la gara più sbagliata. Perché la verità più verità di tutte è che la toccata al sensore era imprevedibile... Semmai c'è da domandarsi perché cavi così delicati siano esposti.
In attesa di risposte, una mesta constatazione: le moto con il traction control sono degli ordigni. Appena i cavalli imprigionati vengono liberati può davvero succedere di tutto. L'abbiamo visto con il povero Sic, l'abbiamo visto anche ieri. In altro modo, per fortuna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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