Mazzarri-Inzaghi, incroci del destino

A San Siro il tecnico che poteva essere e non è stato contro quello che promette di essere

Mazzarri-Inzaghi, incroci del destino

Quel cinico folletto posato nell'anima di un pallone racconta che l'ultima volta in cui il Cagliari sconfisse l'Inter a San Siro (28 settembre 2014) fu con un sonoro 4-1, in panchina c'era Zeman. Poi il Cagliari finì in serie B, come rischia quest'anno. Ma sulla panca nerazzurra, scomoda per natura, sedeva Walter Mazzarri. E vien da sorridere quando l'odierno allenatore dei sardi, ritrovato o resuscitato che sia, spiega ai tempi d'oggi che allora «ero nel posto giusto al momento sbagliato. La squadra in fase di transizione, la rosa in costruzione e, forse, con una squadra diversa sarebbe stata altra storia».


Le vie della Provvidenza sono infinite e, dunque, giusto che Mazzarri si giochi i ricordi lasciando il dubbio a se stesso, forse un po' meno agli interisti. Ma Inzaghi, diciamolo, è stato più bravo a togliere dubbi dopo pochi mesi. Non è solo un problema di forza della squadra: entrambi sono partiti dalla provincia ed hanno sgomitato nei quartieri medio alti con club di nome. Comunque oggi potrebbe essere il giorno della riscossa sebben l'Inter ritrovi in difesa il De Vrij colonna certo, talvolta barcollante. Accantonato il pensiero Champions, la squadra è lanciata all'inseguimento della vetta del campionato: restano tre partite prima della sosta, Cagliari, Salernitana e Torino, per acchiappar punti, sperando che le avversarie si perdano qualcosa. Il Cagliari non promette essere avversario di ferro, anzi ha la peggior media punti della serie A in trasferta, però la sfida assume connotati frizzanti per la schiera di ex: il tecnico, Dalbert, Godin, Keità e Zappa fra campo e panchina. Invece l'Inter conterà sulla verve, senza nervi, di Barella.


Ma il bello della sfida sta pure nelle mani dei tecnici: Inzaghi si ritrova nella condizione del Mazzarri di allora, a caccia del timbro di grandezza in un club tradizionalmente avvezzo a giocare per lo scudetto. Mazzarri, a 53 anni, passò dal Napoli all'Inter e fallì. Inzaghi, arrivato dalla Lazio a 45 anni, sta mostrando altra mano. Mazzarri si lamentava della pioggia quando perdeva, Inzaghi ha perso poco e comunque vinto anche sotto la pioggia. Mazzarri non è stato soddisfatto di una rosa che aveva Zanetti, Cambiasso, Samuel, con Milito, Icardi, Palacio in attacco. Il gruppo di Inzaghi è meglio assortito, ma davanti non può dirsi migliore (oggi dovrebbe toccare al super pagato Sanchez con Lautaro), eppur segna tanto da segnalare il primato in Europa per successi casalinghi nel 2021: 17 su 19.

Qui l'ex tecnico potrebbe ricordare che questa Inter ha vinto lo scudetto, dunque oggi è forte in assoluto. Ma il bello della sfida, tra un allenatore che fu ed uno che promette di essere (più) vincente, accompagnerà il leit motiv della sfida. E chissà mai che Mazzarri, per una volta, non sorprenda Milano.

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