A Freetown, capitale della Sierra Leone, si può trovare di tutto, persino alberghi lussuosi per turisti che scelgono il brivido di una vacanza surreale a due passi dal mattatoio, fuorché la libertà. Violenza, mutilazioni a colpi di machete, bambini ambiguamente selezionati all'ingresso delle poche scuole o durante le partitelle di pallone e costretti ad entrare nel Ruf, il Fronte Rivoluzionario Unito, obbligati a diventare macchine da guerra. Com'è accaduto anche a Mohamed "Medo" Kamara, 25 anni, che oggi può guardare al futuro col sorriso sulle labbra. Stasera affronterà l'Inter con la maglia del Partizan di Belgrado. «Mi sono davvero lasciato alle spalle qualcosa di terribile - racconta - mi considero ancora un guerrigliero, ma di centrocampo. Il calcio mi ha regalato una speranza. A 14 anni sono stato accolto nell'Fc Kallon, la squadra di proprietà dell'ex interista Mohammed. Dopo il sorteggio di Coppa mi venne quasi da sorridere. Sono i casi della vita».
Purtroppo quelli del Ruf non gli hanno perdonato lo "sgarro" e Medo non ha potuto far altro che chiedere asilo politico alla Finlandia approfittando della trasferta della sua nazionale giovanile a Helsinki per i mondiali di categoria. Per quattro stagioni ha giocato là, fino al passaggio al Partizan nel 2010. Un lieto fine, grazie proprio alla squadra di proprietà di Kallon impegnata da tempo nella rieducazione dei bambini-soldato.
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