Mei: "Non invidio Sinner. È di nuovo atletica-mania, record di 7 medaglie e noi muoviamo più giovani"

Il n°1 Fidal Stefano Mei: "Siamo il traino dello sport italiano. Se andiamo bene noi, poi vanno bene tutti"

Mei: "Non invidio Sinner. È di nuovo atletica-mania, record di 7 medaglie e noi muoviamo più giovani"
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Un'Italia settebellezze. "È di nuovo atletica-mania, la presenza sui media è aumentata. Non invidio Sinner e il tennis, l'atletica muove di più i giovani". È entusiasta il presidente della FIDAL Stefano Mei (foto a sinistra) dopo un'edizione memorabile dei Mondiali per gli azzurri: 7 medaglie ("una in più dei miei punti in testa!", esclama l'ex campione europeo dei 10.000, finito alcuni giorni fa all'ospedale per una caduta) come non era mai accaduto nella nostra storia (a Goteborg '95 furono 6). Tanti podi: l'oro di Mattia Furlani nel lungo, le due medaglie di Nadia Battocletti (argento nei 10.000 e bronzo nei 5000), gli argenti di Antonella Palmisano nei 35 km di marcia e Andrea Dallavalle nel triplo, i bronzi di Leonardo Fabbri nel peso e Iliass Aouani nella maratona. L'Italia si conferma una Nazione protagonista: non solo medaglie, siamo sesti nella classifica a punti, eguagliando il miglior piazzamento di sempre, e nella 'placing table' che considera i piazzamenti nei primi otto posti gli azzurri brillano con 15 finalisti e 62 punti, l'ultimo dei quali è guadagnato dalla 4x400 femminile ieri ottava sotto il diluvio. "È andata molto bene dice il presidente tracciando il bilancio da Casa Atletica Italiana, al Blue Note Place di Tokyo . Ancora una volta siamo il traino dello sport italiano: se va bene l'atletica, allora va bene tutto lo sport. Non ho parole per ringraziare tutti i ragazzi, sono felice più di quando ero atleta, mi sembra di essere in campo con loro. Se penso che Stano non c'era, Diaz è stato frenato da un problema fisico, Larissa ha trovato una serata sbagliata, altri campioni olimpici di Tokyo come Gimbo e Jacobs si sono presentati in condizioni non ideali e ci può stare. Abbiamo avuto un grande seguito in Italia, nonostante la differenza di orario". Ieri il tema principale era legato alla 4x100 maschile, la cui eliminazione in batteria ha fatto tanto discutere: anche perché non è stato un contatto volontario con il sudafricano e senza quell'imprevisto saremmo andati in finale: "Abbiamo fatto ricorso e poi anche appello. Non ci è stata data una risposta chiara e non ci hanno fatto riguardare le immagini, ma la accettiamo". Su Marcell che pensa al ritiro, Mei dice: "Sono cose che si dicono quando si è arrabbiati, specie dopo un 1016. Lo derubricherei a sfogo. Ma ricordiamo che un anno fa a Parigi correva il suo terzo tempo di sempre. Sono convinto che continuerà, ma dovrà capire come muoversi: gli ultimi mesi senza allenatore al fianco gli hanno tolto qualcosa". Il direttore tecnico Antonio La Torre (foto Fidal, a destra), seduto vicino a Mei, aggiunge: "Non posso pensare a una velocità italiana senza Jacobs e Tortu nel 2026. È stato nel complesso un annus horribilis per gli sprinter. Io sono meno ottimista del presidente dopo che ho parlato con Marcell: si trova di fronte a una scelta di vita importante, bisogna aspettare che maturi la decisione. Ci sta pensando da più di tre mesi, ma la sua presenza in campo da leader vero ci potrebbe aiutare tanto nel passaggio generazionale.

Non abbiamo un altro Jacobs, non abbiamo una quindicenne come Kelly Doualla al maschile". Infine, nella strada verso Los Angeles 2028 si sono aggiunti due nuovi leader: "Furlani e Battocletti possono fungere da stimolo agli eroi feriti che non vogliono arrendersi".

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