di Benny Casadei Lucchi
Mai, negli ultimi anni, la F1 era andata in vacanza così ammaccata. Gibolli frutto di regole applicate male, di giudici, di sospetti, di uno sport maltrattato e che ora maltratta i propri valori, la propria essenza. Dove i team esistono se arriva il pilota coi soldi altrimenti chiudono, vedi la Lotus con Maldonado, 40 milioni di motivi per andare avanti. Una Formula ammaccata i cui gibolli sono concentrati sulla carrozzeria della Ferrari. Lo sanno bene i tifosi e ovviamente lo sa il presidente della Rossa Luca di Montezemolo. Gibolli che stavolta neppure lui riesce a lucidare via come in passato con frasi di rito sulle varie rivincite dell'anno che verrà. Come l'altro giorno al Tg1, quando ha detto «ora vietato sbagliare, dobbiamo vincere» per poi sentire il bisogno di aggiungere subito «spero solo che non ci siano aspetti poco limpidi che possano influire». Lo teme, non lo sa, è incerto pure lui. Segno che quanto in molti pensano - l'abbiamo spesso scritto -, che la Ferrari abbia perso potere in F1 e ora conti meno, è ormai qualcosa in più di una sensazione o una coincidenza di sfortune. Contare poco? «Di questa storia sento parlare da quando lavoravo con Enzo Ferrari negli anni '70» si ribella Montezemolo, «siamo l'unica squadra che ha un diritto di veto: più peso politico di così non è possibile!».
Una difesa d'ufficio che si scontra con altre sue parole.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.