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Morte Kobe Bryant, gli interrogativi ancora irrisolti del tragico incidente

In attesa del rapporto preliminare, l'attenzione è rivolta alla mancanza dei sensori anti-collisioni che avrebbero potuto evitare l'incidente

Morte Kobe Bryant, gli interrogativi ancora irrisolti del tragico incidente

Un groviglio informe di lamiere è quanto rimane dell'elicottero su cui viaggiavano Kobe Bryant e altre otto persone tra cui sua figlia Gianna, di appena 13 anni. Tuttavia restano ancora numerosi i dubbi e gli aspetti da chiarire sul tragico schianto di Calabasas in attesa del rapporto preliminare del Consiglio Nazionale per la sicurezza dei trasporti, che sarà emesso entro dieci giorni.

La dinamica accertata

I pochi dati raccolti dall'Ntsb hanno rivelato che l'elicottero volava a 700 metri di quota quando ha perso il contatto con il controllore di volo. Lo schianto è avvenuto a 283 chilometri orari, una velocità notevole, tanto che i detriti sono sparsi fino a 150 metri dal punto dell'impatto. Il pilota aveva deciso di salire di quota, secondo quanto emerso dalle conversazioni captate da LiveATC, per sorvolare un fitto banco di nebbia. Quello che è successo dopo, con la risalita e la successiva rapida discesa del mezzo potrebbe indicare un disorientamento: le manovre sarebbero frutto della perdita dei riferimenti spaziali.

Mancanza dei sensori anti-collisioni

Allo stesso modo delle scatole nere (non presenti) anche il Twas -Sistema di avviso e rappresentazione del terreno- non è obbligatorio. L'Ntsb già nel 2006 aveva chiesto alla Faa di renderlo obbligatorio negli elicotteri, ma l'ente decise di no. Il Twas fornisce su uno schermo una rappresentazione tridimensionale del terreno nei dintorni indicando con i colori giallo e rosso le estremità potenzialmente pericolose. In caso di allarme emette un segnale acustico e visivo di alcuni secondi, costa fino a 40 mila dollari. Restano ancora i dubbi se il dispositivo avrebbe potuto evitare l'incidente. La responsabile dell'Ntsb Jennifer Homendy si è ben guardata dal sostenerlo, ma ha sottolineato che avrebbe potuto aiutare. Alcuni piloti hanno replicato che a quella velocità di discesa, circa 10 metri al secondo, il collega avrebbe potuto fare poco con il Twas. E non solo, più di un professionista ha rivelato che nelle città con grattacieli di solito si tende a spegnerlo, altrimenti suonerebbe sempre.

Aspetti ancora oscuri

Come noto il pilota ha deciso di proseguire nonostante le condizioni meterologiche avverse. questo resta uno degli aspetti da chiarire. Ara Zobayan aveva ottenuto l'autorizzazione a procedere, ma poi è il pilota che alla fine decide se proseguire o no. Di sicuro aveva molta esperienza: 8.200 ore di volo alle spalle secondo la Faa, l'ente federale americano dell'aviazione, d cui 1.250 ai comandi del Sikorsky S-76B, l'esemplare precipitato. Considerava la visibilità inferiore ai parametri minimi per il volo a vista cioè senza affidarsi alle radioassistenze. Poi ha chiesto il flight following che prevede il contatto costante con una torre di controllo per ricevere aiuto nelle manovre, ma l'elicottero volava troppo basso per essere captato dai radar.

Le indagini

Il Sikorsky S-76B apparteneva alla società Island Express Helicopters, usata da anni da Kobe Bryant e da altri personaggi famosi per evitare il traffico di Los Angeles. Negli archivi della Ntsb risultano tre incidenti, di cui due mortali dal 1985. L' Ntsb ha chiarito che un rapporto preliminare della Consiglio Nazionale per la sicurezza dei trasporti dovrebbe arrivare entro una decina di giorni, mentre per quello finale potrebbe volerci un anno e mezzo. Il lavoro è senza dubbio reso difficile dall' assenza delle scatole nere. Nei 185 incidenti analizzati nel periodo 2005-2017 ben 159 velivoli non avevano questi registratori e le cause di 18 schianti restano parzialmente ignote.

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