Nel caos in Lega c'è il sempreverde Abete

L'ex presidente Figc commissario straordinario. Ma l'impegno è solo a tempo

Nel caos in Lega c'è il sempreverde Abete

A Natale un Abete è di rigore. Bisognerebbe cavarsela così, con una banale battuta, per raccontare dell'ultimo corto circuito che ha coinvolto e sconvolto la Lega di serie A, un tempo considerata la confindustria del calcio italiano e oggi ridotta invece a una rissosa assemblea condominiale, tra sgambetti, audio rubati, denunce ritardate e dimissioni suggerite per evitare rimozioni. Da ieri Giancarlo Abete, una vita nel calcio italiano, già presidente della Federcalcio dimessosi dopo il flop del mondiale brasiliano, è stato designato commissario ad acta della Lega di serie A in sostituzione di Mario Cicala che si è fatto da parte. Il motivo? L'ex presidente dell'associazione nazionale magistrati aveva... semplicemente dimenticato d'informare il presidente Gravina d'essere stato inserito nel collegio di garanzia della Lazio di Claudio Lotito, incarico che rendeva incompatibile la carica cui era stato destinato. Giancarlo Abete è stato risoluto: ha accettato con spirito di servizio a condizione di restare in carica fino a marzo 2020 dichiarando l'indisponibilità ad assumere futuri incarichi.

Non siamo insomma dinanzi a un rieccolo. Dovrà guidare la Lega di serie A nei prossimi tre mesi alla ricerca di una governance affidabile e stimata, com'è stata quella di Gaetano Miccichè fino a quando la denuncia postuma di Preziosi e la successiva inchiesta condotta dal procuratore Pecoraro avevano fatto luce sul pasticciaccio procedurale commesso da Malagò.

Non sarà un'impresa facile. Perché la platea dei presidenti è divisa in due fazioni opposte: da una parte il gruppo dei club capeggiati da Lotito che ha già tentato, senza riuscirci, di candidare Paolo Dal Pino manager del settore telecomunicazioni; dall'altra il gruppo guidato da Urbano Cairo favorevole al ritorno di Miccichè.

Lo scenario è reso ancora più complicato dalle polemiche con cui è stata stroncata la campagna contro il razzismo lanciata dall'ad De Siervo: invece di appuntarsi la medaglia sul petto, per la storia delle tre scimmie, si è scavato la fossa con le sue mani. Sul tavolo, nel frattempo, c'è il delicatissimo dossier dei diritti tv del triennio 2021-2024: valore del contratto 1 miliardo e passa. Si spiegano così tutti gli intrighi e le trappole degli ultimi mesi.

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