Non c'è Juve-Inter senza veleno sulla coda. Pagano Icardi e Perisic

La stangata rovina una sfida di alto livello. Due turni agli interisti per le offese a Rizzoli

Non c'è Juve-Inter senza veleno sulla coda. Pagano Icardi e Perisic

La rabbia e i veleni non portano punti ma solo una stangata per l'Inter dopo la sconfitta nel derby d'Italia. Dopo la fucilata di Cuadrado, la ghigliottina del giudice sportivo. Due giornate di squalifica a Mauro Icardi e a Ivan Perisic protagonisti in negativo nel concitato finale contro la Juventus. Entrambi sono andati oltre con le parole nei confronti del gruppo arbitrale: l'argentino ingiurioso, un «vaffa» sarebbe il termine incriminato rivolto all'addizionale, ma soprattutto colpevole di aver calciato il pallone in direzione del direttore di gara, senza colpirlo; il croato gravemente irriguardoso con Rizzoli, «sei scarso...» sarebbe l'offesa ripetuta. Per Mauro la fascia di capitano è l'aggravante. E così Pioli non avrà due terzi dell'attacco contro Empoli e Bologna, li riavrà con la Roma o prima in caso di accoglimento dell'eventuale ricorso preannunciato dalla società per accedere agli atti e poter leggere cosa hanno scritto gli arbitri nel referto. E come ogni derby d'Italia non si placa l'onda lunga delle polemiche. Anche i tifosi vip. Massimo Moratti: «Rizzoli non è stato benevolo con noi». Evelina Christillin: «Tutti hanno dato 6 all'arbitro...».

La stangata arriva in serata e non fa altro che aggiungere benzina sul fuoco negli uffici di corso Vittorio Emanuele. Il giorno dopo infatti la rabbia è ancora più forte, se possibile, della notte. Gli episodi hanno indirizzato la partita, è la convinzione della società nerazzurra che ribadisce il pensiero di Pioli: «L'arbitro ha avuto una giornata storta come può capitare a giocatori o allenatori». Rizzoli, che proprio ieri ha annunciato di rinunciare ai Mondiali del 2018, non ha dunque fatto sconti. Ma è fin troppo facile ricordare il vaffa di Totti o la testata di Bonucci per farsi venire cattivi pensieri. Che però non portano da nessuna parte. Il tutto è iniziato a montare nell'intervallo col mix micidiale causato dal gol di Cuadrado e dai due rigori rivendicati. E forse anche questo è stato alla base della ripresa senza tiri in porta e con l'impressione di non poter mai davvero portare pericoli dalla parte di Buffon.

Così la rabbia e la stangata dopo gli immancabili veleni oscurano un derby d'Italia da «semifinale Champions per qualità dei calciatori in campo», lo ha definito Allegri. E la partita di domenica sera è un incoraggiante viatico per la grande Europa presente, della Juventus, e futura, dell'Inter. Per i bianconeri è stata un test indicativo in vista degli ottavi con il Porto. I nerazzurri hanno certificato che la trazione anteriore è pronta per la Champions. Allegri può puntare forte sui fantastici 4 per andare all'assalto della coppa che ossessiona la Signora.

E la sfida di Torino ha detto che su quel palcoscenico ci può stare anche l'Inter. Per personalità, clamorosa quella di Gagliardini, e per prestazione: la squadra di Pioli ha fatto decisamente meglio delle esibizioni di Napoli e Roma allo Juventus Stadium. Per un tempo hanno tenuto testa alla capolista, creando più di chiunque altro su un campo dove tutti escono sconfitti da ventotto partite in campionato.

Pioli ha ammesso «che manca ancora qualcosa per certi traguardi». Parlava di cura dei particolari, ma il pensiero corre al mercato estivo. Intanto l'Inter deve ripartire con maggior convinzione senza farsi avvelenare dalla rabbia. Quella porta solo stangate.

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