Unico, semplice, diretto ed estremamente innamorato del suo lavoro. Roger Federer, vincitore domenica a Indian Wells e di passaggio nella Grande Mela, ha avuto modo di tirare un bilancio sulla prima parte di stagione indoor. Un pronti via che ha subito messo in chiaro una cosa sola: lui non ha ancora voglia di mollare, anzi a modo suo è più che mai pronto a dare ancora battaglia.
Lei è uno dei più forti atleti di sempre comparando varie discipline: quanto ancora può dare al tennis?
«Mi auguro tanto. Fisicamente sto bene, mentalmente sento di poter ancora competere ad altissimo livello e in questo momento, non ho nessuna voglia di fermarmi o farmi da parte».
Quanto è lontano in termini di feeling e sensazioni tipiche di chi ha vinto sedici slam, dalla vittoria del diciassettesimo in carriera?
«Spero di essere molto più vicino di quanto si possa pensare. Non penso che dietro ad una vittoria così importante ci possa essere una formula matematica, credo piuttosto che devi dare il massimo cercando di arrivare pronto ai match che contano. Poi è una questione di episodi: a volte sono favorevoli, a volte sfavorevoli».
Cosa si aspetta da questo 2012 che ancora una volta la vede tra i protagonisti assoluti?
«Io gioco per divertirmi. Non penso mai al risultato perché arrivato a questo punto della mia carriera sto cercando di godermi dei momenti unici che, una volta smesso, rimpiangerò proprio per il semplice fatto che apparterranno al mio passato».
Nadal o Djokovic?
«Stanno entrambi giocando bene. Sono entrambi molto forti. Vedremo come andrà a finire. Di sicuro non è facile affrontarli».
Intanto al coperto, considerando l'ultimo successo a Indian Wells, Federer ha dimostrato di graffiare ancora. Lei che ne pensa?
«Sono contento per il livello di gioco espresso e tutto sommato sono altrettanto contento di lasciarmi andare con le nuove sfide. Penso che sto attraversando un discreto stato di forma e da sempre, amo questo periodo dell'anno quando esci dal coperto e tra Florida e California cominci a giocare all'aperto».
Che cosa si aspetta da questi tornei?
«Dovreste conoscermi, io scendo in campo per vincere».
A New York, durante l'esibizione al Madison Square Garden, ha avuto modo di giocare contro Andy Roddick. Che futuro vede per il campione americano?
«Giocare contro Andy è sempre un piacere. Ultimamente si diceva che fosse fuori forma e stesse attraversando un periodo non facile. Mi auguro che quello che ho incontrato nella Grande Mela sia il vero Roddick. Questo sport ha bisogno di fuoriclasse come lui».
Che cosa passa per la mente di un campione della sua stazza quando si parla a fine carriera di ritiro dalle scene che contano?
«E' una sensazione molto semplice e per nulla complicata. Ci pensi ma allo stesso tempo io non ho ancora voglia di farmi da parte. Penso che almeno per due, tre stagioni posso ancora competere ad alto livello. Poi si vedrà».
Qualcuno qui in America l'ha paragonata a Jimmy Connors parlando di un ritiro vicino agli anta. Hanno detto il vero?
«Non ci penso proprio - risponde con una risata -, non è assolutamente mia intenzione farla così lunga. Ripeto, quando verrà il momento di farmi da parte sarete i primi a saperlo».
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