Pierluigi Bonora
Milano «Il 19 novembre scorso è venuto a trovarci l'ad Carlos Tavares. È stato a Milano dalla mattina alla sera, e mi ha espresso la personale soddisfazione sulle relazioni dei vari responsabili del gruppo. Sono stati bravissimi, riuscendo a condensare in 30 slide attività e funzioni». È trascorso quasi un anno dalla nomina di Gaetano Thorel, 52 anni, alla guida di Groupe Psa Italia. Da Parigi, dove era direttore vendite di Peugeot Europa, il manager ha accolto con entusiasmo il trasferimento a Milano, pronto ad affrontare la nuova sfida «vicino alla mia famiglia». «Psa - aggiunge - è un gruppo molto attento all'equilibrio delle sue persone, al loro rapporto con la famiglia e il tempo libero. Guardando all'azienda, la parola d'ordine è vincere insieme: prima di tutto c'è Psa».
Con Thorel si può spaziare dall'analisi dei dati aziendali alle strategie, fino alle politiche, con tutte le loro storture, legate all'auto. E da una semplice chiacchierata possono nascere spunti per chi sta al governo o è sindaco di una grande città. «Sono preoccupato per il 2020 - attacca subito -; se non si farà chiarezza, i consumatori rischiano di non comprare auto. Blocchi sì e blocchi no, diesel Euro 6 alla gogna, instabilità politiche, incertezze varie, Comuni e Regioni che vanno per conto proprio, mancanza di una linea unica: è un mix che toglie la serenità d'acquisto. Considero i 2 milioni di unità, tra auto e commerciali, una linea del Piave; se si scende sono guai. E anche per i furgoni, mezzi da lavoro, si è creato il caos».
A prevalere è l'ignoranza accompagnata all'ideologia. Che cosa fare per opporsi?
«Bisogna avere il coraggio di semplificare il messaggio per i cittadini. Guardiamo ai frigo; la carta d'identità ne certifica l'efficienza energetica. Quello che c'è dietro, al cliente non importa. A lui interessano soprattutto le agevolazioni previste se acquista un frigo A++».
Ok, ma l'auto?
«Il legislatore deve ragionare allo stesso modo. Occorre pensare in termini di categorizzazione, cioè in base alle emissioni di quel determinato motore, indipendentemente dalla sua natura. È importante arrivare ad azzerare o limitare le emissioni. Ma come lo si fa, non è importante. E la stessa categorizzazione deve essere applicata all'usato. Una volta che si sono raggiunti gli obiettivi, non importa cosa c'è dietro quel motore».
Chi si chiama in causa?
«I ministeri dello Sviluppo e dei Trasporti. Occorre fissare, per esempio, quanto deve pesare la CO2 sugli altri valori, come particolato e ossidi di azoto. Anche qui c'è una gran confusione, tra gas clima alterante e inquinanti. Come Psa, abbiamo già dichiarato che tutte le nostre vetture elettrificate emettono CO2 sotto i 50 grammi per chilometro. Siamo, dall'inizio dell'anno, già in regola con le norme Ue».
I consumatori sono bombardati da «fake».
«Perché non dedicare spazi nelle ore di più ascolto per far capire cosa significa, nella pratica, transizione energetica? E anche perché si spingono le aziende a investire nella green economy».
Il parco auto italiano, intanto, è sempre più vecchio.
«Un minimo di indirizzo i tanto vituperati Ecobonus lo hanno dato. Se superi i 150 grammi di CO2 devi pagare. Non è sbagliato. Anche qui occorre coraggio: si deve dire, per esempio, che tra 24 mesi le auto da Euro 0 a Euro 2 sono fuorilegge. E che fra 36 lo saranno anche le Euro 3. Quindi, spiegare come lo Stato aiuta a evitare di infrangere la legge con uno o più aiuti che devono riguardare anche l'acquisto di un usato recente».
Psa presto a braccetto con Fca. Cosa dice?
«La questione riguarda Parigi direttamente. Tutta la mia attenzione è sui marchi e i nostri prodotti».
Nel 2019 il gruppo Psa, in Italia, come vendite è arrivato secondo dietro a Fca, superando, seppur di poco, Volkswagen.
«E per il 2020 questa azienda ha una responsabilità ancora più grande. Il gruppo ci ha donato le nuove Peugeot 208 e 2008, e la Opel Corsa, tre modelli che competono per il 50% del mercato italiano. E soprattutto multienergy, cioè anche elettriche. Mi aspetto una quota mercato importante».
Quante auto elettrificate Psa venderà nel 2020?
«Come mix faremo il 5% di auto elettrificate».
Il diesel ha sempre un futuro?
«Sì. Noi siamo al 46%. Non vedo difficoltà se non a causa di provvedimenti sbagliati come quelli adottati a Roma. Il diesel, in Italia, rappresenterà un terzo del mercato».
Il vostro marchio free2move?
«Un'altra unicità di Psa. Riguarda i servizi per la mobilità. I nosti dealer sono anche agenzie per il noleggio. Tutti i nostri mezzi sono dotati di scatola nera, utile per l'assicurazione e i controlli sulla guida. Ma sto pensando anche a un nostro car sharing a zero emissioni per l'Italia».
Arriva
anche il brand Psa per l'usato. Lo presenterete a giorni.«Lo abbiamo battezzato Spoticar. I concessionari dipendono troppo dal nuovo. E se il mercato si ferma, per loro sono guai. L'usato deve diventare un vero business».
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