TorinoLuciano Moggi non era l'unico promotore dell'associazione che tra il 2004 e il 2006 avrebbe tentato di falsare i campionati di calcio. Della cosiddetta cupola di Calciopoli facevano parte con pari responsabilità, oltre all'ex direttore generale della Juventus, anche gli ex designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, e l'ex vicepresidente della Figc, Innocenzo Mazzini. Queste le conclusioni alle quali è giunto il sostituito procuratore generale Antonio Ricci che, al termine della requisitoria del processo di appello a Napoli, ha chiesto 3 anni e un mese per Moggi e 3 anni per Pairetto, Bergamo e Mazzini. Per Luciano Moggi, condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi, lo sconto sulla pena richiesta è dovuto all'intervenuta prescrizione dei reati per frode sportiva: per lui rimane in piedi solo l'associazione a delinquere. Pairetto (1 anno e 11 mesi in primo grado), Bergamo (3 anni e 8 mesi) e Mazzini (2 anni e 2 mesi), riconosciuti in primo grado come semplici partecipi dell'associazione, vengono ora equiparati a Moggi nel ruolo di organizzatori.
Per tutti gli imputati di frode sportiva è intervenuta invece la prescrizione, con eccezione dei tre ex fischiettì che vi hanno rinunciato. Così, per gli internazionali Massimo De Santis (1 anno e 11 mesi in primo grado) e Paolo Bertini (1 anno e 5 mesi) il pg ha chiesto 2 anni e 5 mesi di reclusione. Un anno e 3 mesi la richiesta per un altro ex arbitro, Antonio Dattilo. Il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione è stato chiesto per il patron della Fiorentina Diego Della Valle e per suo fratello Andrea, per Lotito, Racalbuto, Meani e altri imputati.
Di fatto il pg ha equiparato le responsabilità di Moggi a quelle di Bergamo, Pairetto e Mazzini, ha replicato quelle che erano state le richieste del pm in primo grado, sovvertite poi dalla sentenza che individuò in Moggi l'unico promotore di quell'associazione.
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